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lunedì 23 maggio 2022

Libera e leggera


ANTONIA POZZI

LA STAZIONCINA DI TORRE ANNUNZIATA

ad A.M.C.

C'era un disordinato andirivieni
di valige sfrangiate, penzoloni
su ghette e scarpe gialle da provincia,
che schizzavano dentro l'atrio grigio
dagli sbadigli bianchi delle porte
aperte sulla piazza e sui binari.
Gli sportelli sbarravano sul muro
uno stupore lucido, verdone;
un ombrello, testardo, s'impuntava
contro terra in un suo capriccio nero.
Né tu né io ci guardavamo in viso:
ma i miei occhi sentivan d'incontrarti.
Dove, non so. Forse in quel po' di cielo
che si vedeva sopra la tettoia
o in mezzo alle fumate carnicine
che il Vesuvio sbuffava senza posa
e il vento senza posa smozzicava.
Io mi sentivo libera e leggera
come quei fiocchi bianchi di pelurie
che si sprigionano dai pioppi, in maggio
e cercan l'alto come delle preci.
La tua voce era un mare di purezza:
ogni ombra di materia vi affogava.
A tratti le parole si frangevano
in sfumature lunghe di silenzio
e all'anima sembrava di vibrare
nuda nel vento e di sfiorare Dio.

Milano, 17 aprile 1929

(da Parole, Mondadori, 1939)

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Una serie di impressioni bastano alla poetessa Antonia Pozzi, qui appena diciassettenne, per raccontare del suo viaggio a Napoli e in particolare della sosta alla piccola stazione di Torre Annunziata: uno scenario che fotografa un preciso quadro di un’Italia ormai sul principio degli Anni Trenta, sul quale si innesta l’emozione provata da Antonia, la leggerezza che proviene dall’amore (l’A.M.C. della dedica è Antonio Maria Cervi, il professore di latino e greco con cui ebbe una relazione contrastata dalla famiglia e la cui rottura la portò ad uccidersi all’età di 26 anni).

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GERALD GREEN, "USCENDO DA LOUGHBOROUGH"

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LA FRASE DEL GIORNO
E tu sarai, / nella pineta, a sera, l'ombra china / che custodisce: ed io per te soltanto, / sopra la dolce strada senza meta, / un'anima aggrappata al proprio amore.
ANTONIA POZZI, Parole




Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938), poetessa italiana. Laureatasi in Filologia con una tesi su Flaubert, si tolse la vita dopo una contrastata storia d’amore. Il suo diario poetico Parole fu pubblicato postumo, nel 1939: composto a partire dai diciassette anni, riflette un'amara e inquieta sensibilità in cui si avverte l'influsso della lirica di Rilke.


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