Il poeta colombiano Jaime Jaramillo Escobar noto anche come X-504, è morto venerdì scorso a Medellín all’età di 89 anni. Fu uno dei principali esposti del nadaismo, corrente d’avanguardia considerata la versione sudamericana dell’esistenzialismo, sorta in contrasto con la tradizione, la chiesa, l’accademia e l’ambiente culturale degli Anni ‘60. Come l’esistenzialismo fondava la conoscenza della realtà attraverso l’esperienza immediata della propria vita. Jaramillo iniziò a pubblicare con lo pseudonimo X-504: “La X è anche per chiedere chi sono. È una domanda. Lo sconosciuto che ti interroga. Quello che passa per le tue mani senza farsi conoscere e se ne va dopo averti dato tutto, tranne il suo nome. Io sono il nome falso della verità. X-504 esiste affinché Jaime Jaramillo Escobar possa vivere liberamente, senza il peso della letteratura e dell'ammirazione”. Le sue poesie lasciano ampio spazio all’ironia, al sarcasmo, alla parodia e sono sovente una satira della società.
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VISITA DELLA BALENA
Ed ecco che una balena è venuta a trovarmi.
Dalle lontane regioni del mare è venuta a trovarmi, e mi saluta con tre getti di nebbia,
trattenendosi all'entrata della mia grotta per chiedermi udienza.
Ed accorro a ricevere la balena (che Dio la protegga) ed essendo entrati tutti e due in intimità immediatamente,
le parlo della mia giovinezza in una caverna dell'alto picco dell'Aconcagua,
e del sorgere del sole dietro le mie orecchie,
e dandole pacche sull'impenetrabile pelle ce la ridiamo come due amici,
la balena, autobus dei mari, e io che ricevo la sua visita all'entrata della mia grotta,
e chiacchieriamo fino al tramonto, riposando sul brillante arazzo delle sabbie penetrate di luce.
Lei mi racconta ciò che ha visto nelle profondità degli oceani,
i naufraghi che vivono nelle barche sommerse e le loro strane abitudini,
e quello che succede nel mare durante la notte.
Dopo che la balena ha fatto uso della parola secondo le leggi dell'ospitalità,
e delle norme che reggono il comportamento dei visitatori,
io comincio a parlarle delle profondità della mia anima
e quando faccio una pausa, all'ora del crepuscolo, non mi risponde: è affogata.
Allora la trascino e la deposito in riva al mare perché questo la raccolga
e all'alba, quando la marea si ritira, la saluto con la mano in alto.
La balena (che Dio la rispetti e la protegga) si allontana rapidamente in alto mare e va a schiantarsi contro il disco del sole che è appena apparso all'orizzonte.
Girando le spalle a questo spettacolo ritorno alla grotta a baciarle gli scorpioni della mia angoscia,
oh, Mostri che mi avete recluso in questo monte,
al fine di proteggere il mondo dalla mia strana malvagità!
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IL DESIDERIO
Oggi desidero incontrarti per strada,
e che ci sediamo in un caffè a parlare a lungo delle
piccole cose della vita,
a
ricordare quando eri un soldato,
o di quando ero giovane e uscivamo insieme
per la città, e in periferia, sull'erba, ci sdraiamo
per vedere come il tramonto ci circondava.
Poi abbiamo ascoltato il nostro sangue con cautela e noi
restavamo silenziosi.
Poi ritornavamo e tu mi salutavi sempre nello stesso angolo
fino al giorno dopo,
con quell'indifferenza che si vorrebbe avere tutta la vita,
ma che accade solo in gioventù,
quando dormi tranquillo ovunque senza un centesimo
in tasca,
e hai convinzioni e fiducia
così nel mondo come in te stesso.
E voglio parlare ancora con te,
Beh, hai diciotto anni e potremmo divertirci questa
notte con birra e musica,
e poi io continuare a vivere come se niente fosse…
o andare in ufficio e lavorare dieci o dodici ore,
mentre la Morte mi aspetta nell'armadio per
mettermi il cappotto nero
all'uscita,
io che cerco la porta di emergenza,
la scala antincendio che porta all'inferno,
tutte le uscite sorvegliate da estranei.
Ma oggi non potrò incontrarti perché vivi in un'altra città.
Mentre la sera trascorre
evocherò il muro sul cui davanzale ci siamo seduti
per dire le ultime parole ogni notte,
o quando siamo andati a uno spettacolo di wrestling e uscendo
o capito che ti amavo
e insomma tante altre cose che succedono…
(da Le poesie dell’offesa, 1968)
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LA FRASE DEL GIORNO
Tutti possiamo essere felici, perché la felicità è il nostro stato naturale. L’importante è che tu oggi decida di evolvere. La verità è che, se non lo fai tu, nessuno potrà farlo al tuo posto. Ricorda sempre che dove va la tua mente, là va anche il tuo cuore.
JAIME JARAMILLO, Ti amo ma sono felice anche senza di te
Jaime Jaramillo Escobar noto anche come X-504 (Pueblorrico, 25 maggio 1932 - Medellín, 10 settembre 2021), poeta e saggista colombiano. Cofondatore con Gonzalo Arango e altri scrittori del nadaísmo, movimento di carattere contestatario simile all’esistenzialismo. La sua opera è caratterizzata dall’ironia, dalla parodia, dall’irriverenza e dalla satira della società.
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