ÁNGEL GONZÁLEZ
STAI FERMO
Rimanda a domani
quello che potresti aver fatto oggi
(e hai cominciato ieri senza sapere come).
E che domani sia sempre domani;
che la pigrizia lasci incompiuto
ciò che è destinato a consumarsi
che non si intrometta il tempo,
che non vi sia questione contro cui accanirsi.
Evita che il domani distrugga
tutto quello che tu stesso
hai potuto non aver fatto ieri.
(da Deissi in fantasma, 1992)
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C’è chi è passato alla storia come “Temporeggiatore”, il console romano Quinto Fabio Massimo Verrucoso, che, nominato dittatore durante la seconda guerra punica, dopo la sconfitta del Lago Trasimeno del 217 a. C. – secondo Polibio – “aveva deciso di non esporsi al rischio e di non venire a battaglia” con Annibale. La sua tattica attendista “con il tempo costrinse tutti a dargli ragione e ad ammettere che nessuno sarebbe stato in grado di affrontare quel momento delicato in modo più avveduto e intelligente”. Il poeta spagnolo Ángel González, a suo modo emulo di Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, innalza un inno alla pigrizia, al procrastinare, quasi che nel languore dell’ozio sia insita l’accettazione del fatalismo.
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FÉLIX VALLOTTON, "LA PIGRIZIA"
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LA FRASE DEL GIORNO
Ieri, ha detto qualcuno, è un assegno annullato, e domani è soltanto una cambiale. Solo oggi è denaro contante.
LEO BUSCAGLIA, Vivere, amare, capirsi
Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12 gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.
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