SIMONE CONSORTI
I CIECHI CONOSCONO I CIELI
I ciechi conoscono i cieli
e spesso hanno un loro concetto
degli arcobaleni
Più di tutto sono esperti di spazi immensi
e di giorno vanno di notte nei deserti
Ci vuole immaginazione
per credere nelle rose
ci vuole un bel po’ d’esperienza
per setacciare la realtà dall’apparenza
A volte un cieco giovane
si scopre un cieco vecchio
ma ho visto ciechi che hanno visto ciechi
che hanno visto ciechi
che hanno visto se stessi allo specchio
(da Nell’antro del misantropo, L’arcolaio, 2014)
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Un intervistatore chiese a Ray Charles "Ho sentito dire che se Dio le volesse restituire la vista, lei non accetterebbe. È vero?" Il cantante confermò: "Quando non si vede, si apprezzano di più gli altri e talvolta la tua vita viene toccata da persone meravigliose, che magari non sono confezionate meravigliosamente, ma se sei cieco non lo sai”. A questo mi ha fatto pensare la poesia di Simone Consorti, all’infinita immaginazione che chi è privo della vista deve sviluppare per conoscere il mondo.
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PABLO PICASSO, "IL PASTO DEL CIECO"
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LA FRASE DEL GIORNO
Siamo diversi, ciechi e vedenti, l'uno dall'altro, non nei nostri sensi, ma nell'uso che ne facciamo, nell'immaginazione e nel coraggio con cui cerchiamo la saggezza oltre i sensi.
HELEN KELLER, Il mondo a cinque sensi
Simone Consorti (Roma, 1973). Insegnante di liceo, ha esordito con L’uomo che scrive sull’acqua “aiuto” (1999). Oltre ai romanzi e alla pièce Berlino kaputt mundi, tra numerose raccolte poetiche spiccano Nell’antro del misantropo (2014) e Le ore del terrore (2018). Si occupa di street photography tenendo mostre personali in Italia e partecipando a collettive in Russia.
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