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martedì 13 aprile 2021

Justo Jorge Padrón


“Si è troncato il nostro futuro, restano incompiuti i molti progetti. Ma ti prometto, amore mio, che lotterò sempre per difendere i tuoi sogni, per espandere la tua gran poesia che ha reso felici tanti lettori nel mondo intero”: come annunciato dall’amatissima moglie Kleopatra Filipova, intellettuale macedone e compagna di una vita, il poeta spagnolo Justo Jorge Padrón è morto di Covid-19 domenica scorsa all’Ospedale Paz di Madrid. Avvocato alle Canarie, a trent’anni abbandonò l’attività legale per dedicarsi interamente alla poesia. Nel 1977 aveva ritirato a Stoccolma il Premio Nobel per la Letteratura vinto dal poeta Vicente Aleixandre, impossibilitato a presentarsi in Svezia per motivi di salute. L’ultima sua opera, apparsa nello scorso autunno, Poesie per Kleo, riunisce cento liriche dedicate alla moglie.  Di prossima pubblicazione è la sua ultima opera, il cui titolo, Il canto del cigno, suona ora beffardo.

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COME IL PRIMO GIORNO

Stai cucendo a macchina
lentamente l'abito,
i sogni di nostra figlia.
Nelle tue mani si intrecciano
il tessuto e la luce.
Ti guardo e sento un sussulto
nel sangue. Ti parlo
senza muovere
le labbra
come se non ci fossero le parole.
È un silenzio illuminato
quello che sentiamo tra le nostre pareti
bianche. La macchina continua
a imbastire sogni,
la speranza si veste
con un abito da ragazza.
Solo uno sguardo
fugace e ci incontriamo
come il primo giorno:
l’amore continua. Ci basta.

(da I fuochi oscuri, 1971)

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IL TUO BATTITO È IL MIO

E ho lottato contro il sonno e la stanchezza
contro la rabbia infinita e l'assenza di radici.
Ho cercato, ho rovistato senza dubbio,
tra le flebili scintille cieche
della mia memoria per trovare un anno,
un giorno solitario, solo un momento
in cui potrei dire: non ti ho mai amato;
ma non ho incontrato un appiglio per mentire a me stesso,
per affermare anche la minima negazione.
Il tuo battito è il mio. Lì dove inizia
quell'intenso desiderio che chiamiamo vita,
lì, splendente in giorni diversi,
nella boscaglia ardente del mio stupore,
con il sì, con il no dell'abisso o della fortuna,
silenziosa mi aspetti come l'albero di fuoco
che sostiene il frutto lustrale della speranza.
Il mio sguardo ti invoca nel presente,
nella rotta incerta di qualsiasi lontananza
di quel mare che mi canta e mi seduce
con gli occhi ardenti del fulmine.
Hai sete dell'Eden che io non percepisco
e, negli accordi profondi della tua voce,
resti perenne, con la musica
fredda dell'anima e l’audace primavera,
in tutte le parole del sangue.

(da Brivido, 1999)

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Di Justo Jorge Padrón sul Canto delle Sirene:


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LA FRASE DEL GIORNO
Sono la furia ribelle dei miei versi / e il tempo soggiogato che mi resta.
JUSTO JORGE PADRÓN




Justo Jorge Padrón (Las Palmas de Gran Canaria, 1° ottobre 1943 - Madrid, 11 aprile 2021),​ poeta, saggista e traduttore spagnolo, figura importante della generazione poetica del Settanta. La sua poesia risalta per la sintesi tra lingua, emozione, concetto filosofico e immaginazione.


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