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giovedì 12 novembre 2020

Natan Zach


Un altro poeta che se ne va: venerdì scorso è morto a Ramat Gan il poeta israeliano Natan Zach. Nato a Berlino nel 1930 da padre ebreo tedesco e madre cattolica italiana, già nel 1936 era con la famiglia ad Haifa in fuga dal regime nazista. Shirim Rishonim, raccolta edita nel 1955 lo fece emergere tra l’avanguardia del nuovo stato ebraico come la voce più eloquente di quei giovani poeti del movimento modernista israeliano. Il presidente di Israele, Reuven Rivlin, ha salutato così Zach: “Ora chi racchiuderà per noi l’essenza del dolore? Chi impasterà la lingua ebraica con una mano così originale e precisa? Chi ci descriverà la vita che potremmo ancora condurre? Riposa in pace, caro Natan, poeta della vita quotidiana, poeta del presente”.

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FOTOGRAFIA © MOSHE SHAI/FLASH90

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PER LA PRIMA VOLTA

Per la prima volta
comincio a dubitare
di riuscire davvero a raggiungere quaggiù
ciò che dentro di me
chiamai felicità.

Non ne avevo dubitato mai.
Ma una sera vuota di desiderio

mi insinua questo dubbio nel cuore.
Dubbio che certo conobbero anche
gli scalatori di alti monti

vedendo la bianca vetta innevata
con il petto vuoto di scalata,
vuoto di monti.

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FORME DI PENSIERI, 7

La poesia non è parole, né un’azione
Che culmini in fatti, ed è una difficile cosa
E tu non puoi misurarla se non con la tua propria misura
Ed è la tua patria, promessa oppure no.
E lei ti misurerà sul palmo della sua mano,
ti sedurrà col bene e anche col male, in essa
costruirai la tua casa, altra casa no avrai
anche se il fuoco la divorerà o se d’un tratto sarà distrutta.

Tu senti ancora ciò che dicono nella stanza accanto
o di là dalla finestra
e ascolti o tiri su una tenda
e non c’è nulla là tranne l’eco
e questa è la via del mondo
e questo è il chiuso
oltre cui non passerai.

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ISTRUZIONI PER LA CHIUSURA DELLA PORTA

La porta va chiusa lentamente e con cautela.
Bisogna stare attenti che una mano, un piede estraneo
non si trovino nel raggio di chiusura.
Poi bisogna assicurarsi che nessun amico
o ospite o anche semplice sconosciuto non stiano,
casualmente o per errore, davanti alla porta
che tu sbatti loro direttamente in faccia. Giacché
non solo ti sveleresti
maleducato a casa tua, luogo dove il mondo

si aspetta da te tipici gesti di cortesia,

ma potresti anche perdere
qualche notizia importante che avessero da comunicarti

il visitatore o la visitatrice,
o qualsivoglia altra entità.

Soltanto dopo che avrai seguito tutte
le istruzioni, e qualcun’altra, inoltre, del tutto ovvia,
potrai chiudere la porta in faccia a tutti,
compreso l’Onnipotente,
o in faccia all’Ignoto
il quale naturalmente
non è in attesa proprio di te
e proprio davanti alla tua porta.

(da Sento cadere qualcosa, Einaudi, 2009 – Traduzione di Ariel Rathaus)

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Altre poesie di Natan pubblicate sul Canto delle Sirene:



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LA FRASE DEL GIORNO
Sii prudente. La tua vita apri / solo a venti che portano carezza / di lontananza.
NATAN ZACH, Sfavorevole agli addii




Natan Zach (Berlino, 13 dicembre, 1930 – Ramat Gan, 6 novembre 2020), scrittore israeliano. Nato da padre tedesco e madre italiana, emigrò ad Haifa al loro seguito nel 1936. Durante la guerra arabo-israeliana del 1948 prestò servizio nelle forze di difesa israeliane come impiegato del servizio informazioni. È considerato come uno dei più importanti innovatori della poesia ebraica del ‘900.


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