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venerdì 6 novembre 2020

E ancora mi azzardo ad amare


ALEJANDRA PIZARNIK

MENDICA VOCE

E ancora mi azzardo ad amare
il suono della luce in un’ora morta,
il colore del tempo in un muro abbandonato.

Nel mio sguardo ho perduto tutto.
Chiedere è così lontano. Così vicino sapere che non c’è.

(Mendiga voz, da La figlia dell'insonnia, Crocetti, 2020 – Traduzione di Claudio Cinti)

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La poetessa argentina Alejandra Pizarnik ha vissuto sempre sul margine dell’esistenza, interrogandosi sugli enigmi che la vita le proponeva, sulle lacerazioni, sulle irrisolvibili questioni. Così, prigioniera di questo mondo, non trovava risposte, eppure continuava incessantemente a cercare la chiave nei suoi sogni. “Era una “straniera”, come rileva Enrique Molina, “una smarrita in se stessa”.

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EDWARD HOPPER, "STANZA D'ALBERGO", 1931
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LA FRASE DEL GIORNO
Il corpo si ricorda di un amore come un accendersi la lampada.

ALEJANDRA PIZARNIK, L’inferno musicale




Alejandra Pizarnik (Avellaneda, 29 aprile 1936 – Buenos Aires, 25 settembre 1972),  poetessa e traduttrice argentina. La sua poesia è la risposta alle ansie e alle crisi depressive che la portarono a uccidersi ingerendo 50 pastiglie di Seconal: pura indagine, continua domanda sull’esistenza, sulla colpa e sull’eterno soffrire.​


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