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lunedì 19 ottobre 2020

Sei vetri della finestra


CARLO BETOCCHI

VETRI

Sei vetri della finestra
nell’angolo della stanza
sono la strada maestra
d’ogni nuvola che avanza.

Io, dal mio angolo pigro
tendo insidiosi agguati,
dai poveri tetti emigro
verso quei correnti prati.

Non sono prati, son lenti
sogni; sogni non è vero,
sono fuggitivi armenti:
e nemmen questo è più vero.

Vedi quell’azzurro. Cielo
è il cielo, bambino mio;
con la nuvola, nel cielo,
va la volontà d’Iddio.

Fumo che te ne vai solo,
spensierato, liberamente,
dal focolare del duolo
al cielo: prendimi la mente.

Sei vetri della finestra
nell’angolo della stanza
sono la strada maestra
della celeste abbondanza.

(da Realtà vince il sogno, Carabba, 1932)

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Il poeta torinese Carlo Betocchi sogna ad occhi aperti davanti ai vetri di una finestra: la leggerezza del cielo e delle nuvole, del fumo, sono aneliti di libertà e di leggerezza che spiega al figlio. Sono quella “rarefazione e la fantasia astrale” come scrive Pietro Civitareale, che però “tendono come ad essere incrinate da alcune costanti di ordine etico, dal movimento umano, da echi e risentimenti quotidiani”.

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JANE BEECROFT, "ST. YVES WINDOW"
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è nata da sé, spontaneamente su un'onda d'amore, sull'onda d'amore per le cose che erano intorno a me che sentivo fraterne e unite in uno stesso destino e in una stessa fine
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CARLO BETOCCHI




Carlo Betocchi (Torino, 23 gennaio 1899 – Bordighera, 25 maggio 1986, poeta e scrittore italiano. Fra i poeti ermetici è considerato una sorta di guida morale. Tuttavia, contrariamente a loro, fondava le sue poesie non su procedimenti analogici che evocano significati, ma su un linguaggio diretto, sul realismo e sulla tensione morale.


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