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giovedì 8 ottobre 2020

Gente come me


NINO PEDRETTI

I NOM DAL STRÈDI

Al strèdi a gli è
tòti ad Mazzini, ad Garibaldi
a gli è di pèpa
ad quei chi scréiv,
chi dà di cmand, chi fa la guèra.
E mai ch’u t’capita d’avdéi
Vea d’éun  che fèva i brétt
Vea d’éun che stèva sòta un zris
Vea d’éun ch’u n’ à fatt gnént
parchè l’andeva a spass
s’una cavala.
E pansè che e’ mònd
l’è fatt ad zénta cume mè
ch’l’a magna i radécc
ma la finestra
cunténta ad stè l’instèda
Si pii néud.

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I NOMI DELLE STRADE

Le strade sono
tutte di Mazzini, di Garibaldi,
son dei papi,
di quelli che scrivono,
che dan dei comandi, che fan la guerra.
E mai che ti capiti di vedere
via di uno che faceva i berretti
via di uno che stava sotto un ciliegio
via di uno che non ha fatto niente
perché andava a spasso
sopra una cavalla.
E pensare che il mondo
è fatto di gente come me
che mangia il radicchio
alla finestra
contenta di stare, d’estate,
a piedi nudi.

(da Al vòuṣi e altre poesie in dialetto romagnolo, Einaudi, 2007)

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Una divertente riflessione del poeta romagnolo Nino Pedretti, una di quelle che riescono meglio se pensate in dialetto: ne nasce un elogio della gente comune, quella che vive la quotidianità e non si cura della fama, del potere, della grandezza, che ritiene essere semplicemente una mancata libertà. 

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GUSTAVE CAILLEBOTTE, “UOMO ALLA FINESTRA”, 1875

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LA FRASE DEL GIORNO
A differenza dell'italiano, arrotolato nei codici, levigato ed illustre, il fratello umile, il dialetto, è vissuto all'aperto come un'erba selvatica, bagnato dalla pioggia dei secoli e come un'erba pertinace di gramigna, si è arrampicato sui monti, si è addentrato nei minimi villaggi, ha coperto ogni metro di terra dove viveva la gente comune del lavoro e dei sacrifici.
NINO PEDRETTI




Giovanni Maria Pedretti, detto Nino (Santarcangelo di Romagna, 13 agosto 1923 – Rimini, 30 maggio 1981), poeta e traduttore italiano. Chiamato alle armi nel 1942, riparò a San Marino dopo l’8 settembre 1943. Dopo aver vissuto vent’anni in Germania, tornò a Cesena, dove insegnò inglese. Nel 1975 pubblicò Al vòuṣi, cui seguirono altre tre raccolte.


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