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mercoledì 26 agosto 2020

Tutto ciò che sfugge


ALESSANDRO PARRONCHI

A CHE PENSI?


- A che pensi? - la tua voce mi coglie
mentre guardo il paesaggio rispecchiato
sul buio della stanza. Per un poco
l’eco delle parole si sospende
al silenzio che le fa più gravi, poi:
-A che pensi? - E il tuo viso si fa triste
per sapere, indagare…
Penso ai giorni
d’aprile che non io ma un altro certo
ha vissuto come in un sogno, ora richiusi
sigillati dietro un vetro trasparente
in un verde irraggiungibile deserto.
Penso a tutto ciò che sfugge dal presente.
Penso a quando sulla terra sarà come
noi non fossimo mai stati, a quel vibrare
delle tremule nell’aria, a quegli odori…


(da Coraggio di vivere, 1956)

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Un frammento di vita quotidiana, un momento in cui l’altro – in questo caso il poeta fiorentino Alessandro Parronchi – è assorto, con lo sguardo fisso su qualcosa che non guarda realmente perché sta seguendo il filo dei suoi pensieri. Ma condivide subito questo suo sogno, questo inseguire qualcosa di indefinito, l’indeterminatezza di un sogno, l’incertezza del futuro.

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EDWARD HOPPER, "HOTEL BY A RAILROAD"

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LA FRASE DEL GIORNO
La memoria ha insensibili naufragi. /Scolora come il cielo di settembre /sotto il vento si popola di nubi.
ALESSANDRO PARRONCHI, Coraggio di vivere




Alessandro Parronchi (Firenze, 26 dicembre 1914 – 6 gennaio 2007), poeta, storico dell'arte e traduttore italiano. Con il suo stile ricercato è passato da un ermetismo  incantato a un intimismo che trae giovamento dalla consolazione della memoria: per questo le sue poesie sono oggetto di un meditato lavorio con cui il ricordo media l’emozione.


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