IOSIF BRODSKIJ
UNO SPICCHIO DI LUNA DI MIELE
a M.B.
Non dimenticare mai
come sgorga l’acqua nella banchina,
e come è elastica l’aria
(come un salvagente).
Accanto i gabbiani gridano,
e i panfili guardano nel cielo,
e le nubi volano in alto,
come uno stormo di anatre.
Possa nel tuo cuore
dibattersi vivo e tremare
come un pesce un frammento
della nostra vita a due.
Possa sentirsi il fruscio delle ostriche,
e restare in piedi un cespuglio.
E possa la passione
che affiora fino alle labbra
aiutarti a capire – senza l’aiuto di parole –
come la schiuma delle onde del mare,
per arrivare alla terra,
generi alte onde.
1963
(da Poesie, 1965 – Traduzione di Giovanni Buttafava)
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Nel 1960, il ventenne Iosif Brodskij conobbe la poetessa Anna Achmatova, che sarebbe diventata poi il suo mentore. In quel periodo la Achmatova si stava facendo fare un ritratto da una giovane pittrice, Marina Basmanova. La presentò al giovane poeta e ne nacque una relazione a dispetto del fatto che lei fosse l’oggetto del desiderio amoroso del migliore amico e collega di Iosif, Dmitri Bobyshev. Fu lui a denunciare Brodskij alle autorità come “parassita” e autore di “versi pornografici”. Ne sarebbe nato il celebre processo del 1964 in cui il giudice chiese “Qual è la sua professione?” e Brodskij rispose “Poeta, poeta e traduttore”. Alla nuova domanda del giudice “E chi le ha riconosciuto che lei è un poeta? Chi la annovera tra i poeti?” Brodskij rispose “Nessuno. E chi mi annovera nel genere umano?”. Seguirono l’internamento in un ospedale psichiatrico dell’allora Leningrado, la condanna a cinque anni di lavori forzati e l’esilio nel distretto di Konoša, sul Mar Bianco. Iosif e Marina non si sposarono mai, nonostante le numerose proposte di lui e un figlio nato nel 1967: questa luna di miele immaginata sembra essere l’ennesimo tentativo di convincere Marina, un prospettarle il futuro di quella vita a due che si concluse comunque il 4 giugno del 1972 quando i funzionari del Ministero dell’Interno caricarono Brodskij su un volo per Vienna e lo espulsero dall'’Unione Sovietica.
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DIPINTO DI RICHARD BLUNT
LA FRASE DEL GIORNOC
Se c'è qualcosa che può sostituire l'amore, è la memoria.
IOSIF BRODSKIJ
A Venezia? Sai come mai?
RispondiEliminaLa moglie (italiana) non volle che fosse sepolto a San Pietroburgo come richiesto dalla Russia. Durante la controversia, un amico propose Venezia e del resto Brodskij stesso aveva espresso il desiderio di essere sepolto a Venezia, città che visitò diciassette volte e cui dedicò molte poesie oltre a Fondamenta degli incurabili.
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