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mercoledì 25 marzo 2020

Nell’anno della pandemia



PATRICIO RASCÓN

ISOLAMENTO

Per Miriam Tessore

Nell’anno della pandemia – il giorno che finì
la carta igienica al Mercadona ― io e te
eravamo già esperti di voli cancellati
e prenotazioni di hotel, rinviare baci
e abbracci e imporre la quarantena
a noi stessi. I fallimenti
dell’autosufficienza.

Come è stato facile per noi isolarci, amore;
anche se il dolore ci ha infettato
come sempre.


(dal blog Emma Gunst, 20 marzo 2020)

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Sul blog Emma Gunst trovo questa poesia diciamo così “di cronaca” del poeta spagnolo Patricio Rascón, in un momento in cui la Spagna sembra purtroppo seguire la curva italiana di contagi e di decessi. Una testimonianza di questo evento storico che stiamo vivendo, così come certe fotografie che passeranno alla storia, dall’infermiera stremata che si riposa al papa che cammina per una Roma deserta, dai camion militari che trasportano decine di bare a Bergamo alle file di gente davanti ai supermercati. Come una guerra.

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EDWARD HOPPER, "IL SOLE DEL MATTINO"

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LA FRASE DEL GIORNO
Le infezioni sono come mostri dormienti: non li puoi vedere, non li puoi sentire, ma devi fare tutto quanto è in tuo potere per contenerli, perché quando i mostri si svegliano non li controlli più.
BRONWYN GARRITY, Grey’s Anatomy, Stagione 9, Episodio 21





Patricio Rascón Fernández (Linares, Jaén, España, 1961). Primo di nove figli, ha svolto vari lavori sin dall’età di 14 anni, dedicando il tempo libero all’apprendimento. Ha pubblicato Cronache del sottoproletariato (2002) e Dimenticare l’oblio (2012).


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