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domenica 5 gennaio 2020

Centenario di Ernesto Ragazzoni


Cento anni fa moriva il bizzarro poeta Ernesto Ragazzoni. Era nato a Orta San Giulio l’8 gennaio 1870. Autodidatta appassionato di letteratura inglese e americana fu studioso e traduttore soprattutto di Edgar Allan Poe. I suoi primi versi risentivano della moda del momento (Carducci, Pascoli, i romantici, la Scapigliatura), ma in seguito il gusto della boutade e la vena satirica e beffarda intrisero le sue liriche, spesso giocate sul gioco di parole, sulla rima facile, sulla musicalità.

Arrigo Cajumi lo ritrasse così: "Sminuzzò, disperse, sparpagliò il suo ingegno in chiacchiere, strofette, articoli, sognando sempre l'opera d'arte compiuta con calma, meditata a lungo, limata con severità. La vita giornalistica, la naturale indolenza e soprattutto il suo spirito incontentabile ed esigente gli vietarono di tentare il gran passo".  La vita sregolata non gli impedì di scrivere per il Fanfulla e La Stampa e di tenere conferenze. Nel 1900 divenne direttore della Gazzetta di Novara per esserne licenziato quasi subito, dopo la pubblicazione di un testo mordace e satirico sulla buona società locale. Corrispondente per La Stampa da Parigi e poi da Londra, approfondì lo studio della poesia francese e inglese. Allo scoppio della guerra divenne corrispondente dai campi di battaglia. Morì di cirrosi epatica il 5 gennaio 1920 nella sua casa di Torino e volle come sua ultima volontà che i partecipanti al suo funerale mangiassero insieme all’osteria.

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NUVOLE

Queste che, come gigli — sull’acqua la brezza trascina,
laggiù, di china in china, — quasi a remoti esigli
nubi, non forse un poco — son terra dell’anima tua,
che il sole colla sua — rapì, malìa di fuoco?
Diffusa Ella per mille — torrenti nei gorghi del mare,
dentro le conche chiare — dei laghi, e nelle stille
delle rugiade, o arcana — sopita negli antri, languìa
Ella di nostalgia — come un’anima umana.
Per i profondi cieli, — gli ignoti orizzonti, gli elisi —
tutto quanto ha sorrisi — e tutto quanto ha veli...
E si lasciò rapire — da un raggio, s’appese ad un lembo
di brezza errante, e in grembo — le si disciolse in spire.

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ROSE SFOGLIATE

Dal parco mi sento
venire a folate
un balsamo lento
di rose sfogliate,

un balsamo lento
perché già l’estate
declina, ed il vento
le rose ha sfogliate.

Ed ecco, a sembianza
d’un fiato di rose
sfogliate in distanza
mi giunge da ascose

memorie, fragranza
d’assai vecchie cose
siccome di rose
sfogliate in distanza.


(da Poesie, Chiantore, 1927)

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LA FRASE DEL GIORNO
La vita è una prigione in che l’anima hai chiusa, / uomo, ed invano brancoli cercando alle pareti.
ERNESTO RAGAZZONI, Poesie




Ernesto Ragazzoni (Orta San Giulio, 8 gennaio 1870 – Torino, 5 gennaio 1920), poeta e giornalista italiano. Studioso di Edgar Allan Poe, scrisse poesie spesso intrise da una vena satirica e beffarda, votate spesso alla rima facile e al gioco di parole, al puro gusto della boutade.


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