DIEGO VALERI
ESTATE
Un fresco sussurrio d’acque correnti:
è il pero che stormisce sul mio capo,
tocco appena da un alito di vento.
Levo lo sguardo dalla bianca pagina
su cui da’ rami piovono fuggevoli
occhiatine di sole abbarbaglianti.
Intorno a me non è che un dondolio
lungo di steli dalla grossa testa
e uno svolio di vespe e di mosconi.
Null’altro vedo dal mio letto d’erba,
se non, in cima al colle, un filaretto
d’azzurri ulivi, dentro il cielo candido.
Ma sento, sento che un’immensa gioia
e un’infinita pace è in ogni cosa,
che in ogni fibra e in ogni infinitesimo
atomo vivo è penetrata e regna
la tua felicità, divina Estate…
(da Umana, Taddei, 1916)
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La pace dell’estate, la dolcezza del riposo - il poeta Diego Valeri legge appoggiato al tronco di un pero carico di frutti maturi e spazia con lo sguardo nel rigoglio del prato, nei filari di ulivi che segnano il dorso di una collina. In quel silenzio, in quel fiorire della natura, in quel cielo azzurro dove galleggiano nuvole bianche si può gustare per un po’ il segreto della felicità.
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CAMILLE PISSARRO, “IL GIARDINO DI FAMIGLIA”
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LA FRASE DEL GIORNO
Felicità di vaste arie, di nubi / grondanti luce, / di frutti d’oro appesi a rami d’oro. / Felicità del vecchio cuore, / vivo, in amore.
DIEGO VALERI, Calle del vento
Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.
Ecco vespe e mosconi a parte, è proprio cosi’!
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