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sabato 22 giugno 2019

La neve nuda come una donna


MARC PATIN

I POETI E I PROFETI


Ho visto il cielo in una stella e il fuoco nero nel cuore dell’albero
La neve nuda come una donna
E il sangue sdraiato sulla sabbia

Ho visto il giorno l’orecchio contro il vetro
La barca di guardia affondare nella notte
Ho visto due occhi più forti
Più selvatici dei frutti

Ho visto uomini nella pianura
Coperti di polvere di rami secchi di riflessi
Uomini di carne una notte
Tenevano per mano una luna spenta una mano di donna un ferro di cavallo

Avevano sul volto
Il respiro acre degli stretti


17 dicembre 1943


(da L’ebano ha annegato l’avorio delle nostre notti, 1943)

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Surrealismo allo stato puro in questi versi del poeta francese Marc Patin, scritti durante il terribile periodo del lavoro obbligatorio a Berlino presso l’oppressore nazista – morirà di polmonite nemmeno tre mesi dopo. Eppure ha ancora l’occasione di essere visionario, di sottolineare il legame inconscio tra profeti e poeti, come se questi stessi ricevessero in sogno il loro messaggio.

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VLADIMIR KUSH, "ATLAS OF WANDER"

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LA FRASE DEL GIORNO
Ci sarà un amante un giorno sulla strada verso l’amata / Immobile ai piedi del passato / / Ci sarà un giorno un amante che verrà con le mani / nude e avide a domare le forme irrequiete della terra / appassionata.
MARC PATIN, L’ebano ha annegato l’avorio delle nostre notti




Marc Patin (Nogent-sur-Marne, 4 ottobre 1919 – Berlino 13 marzo 1944), scrittore e poeta surrealista francese. Partito dal Group du Luxembourg, si unisce ai neodadaisti di Les Réverbères. Costretto al lavoro obbligatorio in Germania, è deportato a Berlino e impiegato come tornitore in condizioni di vita dure e precarie alla Argus Motoren. Ammalatosi di polmonite, muore a 24 anni.


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