MARK STRAND
L’IDEA
Per Nolan Miller
Anche per noi esisteva un desiderio di possedere
qualcosa oltre il mondo a noi noto, oltre noi stessi,
oltre quanto sapevamo immaginare, qualcosa in cui
nondimeno potessimo riconoscerci; e questo desiderio
veniva sempre di sfuggita, nella luce che svaniva, e
in un freddo tale che il ghiaccio sui laghi della valle
si spaccava e si rovesciava, e la neve soffiata dal vento
copriva tutta la terra che riuscivamo a vedere,
e le scene del passato, quando riaffioravano,
non apparivano più come una volta, ma spettrali
e bianche fra false curve e cancellature celate;
e neppure una volta sentimmo di essere prossimi
finché il vento notturno non disse: “Perché farlo,
specialmente adesso? Tornate da dove venite”;
e allora apparve, con le finestre accese, piccola,
lontana tra gli anfratti di ghiaccio, una baita;
e ci fermammo lì davanti, stupefatti dal suo essere
lì, e ci saremmo fatti avanti ad aprire la porta,
e saremmo entrati nel lucore a scaldarci, lì,
se non fosse che era nostra proprio non essendo
nostra, e che doveva restare vuota. Quella era l’idea.
(da The Continuous Life, 1990 – Traduzione di Damiano Abeni)
.
“Quella era l’idea” espressa nei suoi versi molto prosastici dal poeta statunitense Mark Strand, ovvero superare la finitudine di questo mondo per provare a raggiungerne uno più puro all’interno di noi. L’ambizione di scovare quella baita non è però solo del poeta, è di tutti, ma soprattutto del lettore, incluso in quel “noi” messo in chiaro sin dal principio: anche chi legge sale per quei sentieri di montagna scorgendo laggiù la valle farsi sempre più piccola e remota e avvicinandosi lentamente all’idea.
.
BRIAN HEALEY, “CHALET SVIZZERO”
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
L’attenzione di un poeta non è quella di un romanziere, non è completamente nel mondo esterno. È fissa sull'area in cui l'interno incontra l'esterno, dove la sensibilità del poeta incontra gli elementi, la strada, le altre persone… la zona d’ombra tra sé e la realtà.
MARK STRAND, Paris Review, n. 148, Autunno 1998
Mark Strand (Summerside, Canada, 11 aprile 1934 – Brooklyn, 29 novembre 2014), poeta statunitense di origini canadesi, fu saggista e traduttore, professore di Letteratura inglese e comparata alla Columbia University. Nel 1990 fu insignito della carica di Poeta Laureato della Biblioteca del Congresso.
La ricerca continua che ci accomuna, del non detto e del non dicibile.
RispondiEliminaE quando l'intuizione sembra farsi comprensione...Tutto svanisce.
Mi viene da recitarla a voce alta, anzi con tutta la voce che ho, tanto sento mio questo sentimento di raggiungere solo l'ombra delle cose!
RispondiEliminaCerchiamo sempre di intravedere al di là della trama del reale...
RispondiElimina