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venerdì 11 agosto 2017

È parole la poesia


NIKIFÒROS VRETTÀKOS

POETICA

Prima che sia scritta, è parole la poesia.
Poi le sue parole diventano nuvole,
colori, luce, maree di astri,
fiumi di bandiere, macchine, ciminiere,
gente che sale o scende,
impalcature all’orizzonte.
E pensate: tutte queste cose, prima di diventare ciò
che sono in poesia, erano solo parole.

(La terra che si fa fiore e albero).

(da Il pianeta visibile,1983 - Traduzione di Gilda Tentorio)

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La terra si fa fiore e albero attraverso il seme. Lo stesso accade per la poesia, dice il poeta greco Nikifòros Vrettàkos: prende le parole singolarmente e le associa formandone meraviglie capaci di descrivere il mondo intero, le città, la natura, l’universo, ma soprattutto i sentimenti e le emozioni: una traduzione “che cerca di riplasmare il mondo”, come scrive la traduttrice Gilda Tentorio sul numero 289 di Poesia.

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RENÉ MAGRITTE, “LA CORDA SENSIBILE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Splendono, si sciolgono, / si perdono le mie parole l’una dentro l’altra, / non hanno confini.
NIKIFÒROS VRETTÀKOS, L’abisso del mondo




Nikifòros Vrettàkos (Krokeès, 1° gennaio 1912 – Plumitsa, 4 agosto 1991), scrittore e poeta greco. Partito per Atene alla scoperta del mondo, ne fu deluso. Prese parte in prima linea alla Seconda guerra mondiale e alla resistenza. Espulso dal Partito Comunista per il suo umanesimo di pace, visse in esilio la dittatura dei colonnelli.


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