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lunedì 17 aprile 2017

La Pasqua dell’Angelo

 

ANDREA ZANZOTTO

STORIE DELL'ARSURA

I

Vuoto d'acque, misero scheletro
lungo le case del mio paese,
Soligo io ti guardo e non mi basta
la Pasqua dell'Angelo, non piove da mesi.
Hai sete, piccolo fiume imbavagliato
nudo nudo e senza parola.
Io tra le lacrime guardo
il sole allontanato ed offeso dal vento,
la Pasqua dell'Angelo
tra furiosa polvere sparire
e invernali ombre di reticolati
di rive in brulle rive
assecondare la tua magra quiete.
Da tanto a te, Soligo, mi conformo,
la sete lunga lunga trassi come il tuo letto,
da tanto non piove che un'amara abitudine
mi ha tolto ricordarmi
che sia la sete stessa.

II

Dai miei poveri giorni mi svio,
salgo con lena primaverile
verso i boschi di Lorna
e benefiche valli e grato verde
d'aprile acerbamente sogno.
Nulla per dorsi spenti
e per cavi torpori mattutini
nulla dietro il ventaglio del meriggio
che soffocate sere scopre
per tramiti gessosi e stecchi e brividi.
Negli altri anni a queste ore
sulle mie pene invernali
grande e madido il bosco
era cresciuto, mansueto limo
aveva popolato il mio cortile.
Ma ora un sole infelice mi fa scuotere il capo,
or si fende la creta, sbigottito è il ruscello,
e le tue care labbra
sento umide solo
per un'avara dimenticanza
dell'immenso risucchio dell'arsura.

(da Elegia e altri versi, 1954)

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È il Lunedì dell’Angelo, il giorno della tradizionale “gita fuori porta” più sulle orme dell’arte e della natura che dei discepoli diretti a Emmaus. Andrea Zanzotto, poeta trevigiano di Pieve di Soligo, attraversa il paese in un paesaggio primaverile insolitamente dominato dalla siccità – in realtà molto simile a quello di quest’anno - verso i boschi che coprono la collina che lo sovrasta. Buona gita fuori porta a chi ci andrà e comunque buona Pasquetta.

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Soligo

FARRA DI SOLIGO – FOTOGRAFIA © RADIO VENETO UNO

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LA FRASE DEL GIORNO
Dalle passeggiate nel bosco si può imparare molto di più che dalle pagine dei libri
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ROMANO BATTAGLIA, Foglie




Zanzotto_AndreaAndrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – Conegliano, 18 ottobre 2011), poeta italiano tra i più importanti del secondo Novecento. La sua poesia, che scava profondamente nella materia linguistica, è legata alle tracce e alle memorie del suo paese natio: "Qui non resta che cingersi intorno il paesaggio”.


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