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venerdì 3 marzo 2017

Il primo verde dei salici

 

MARIO LUZI

POI MALGRÉ TOUT È FINE FEBBRAIO O MARZO

Poi malgré tout è fine febbraio o marzo:
la primavera non c’è ancora,
c’è, trepidante, quella numinosa nebula,
quel fuoco bianco nell’aria,
quelle velature seta e argento,
tutto ciò che desidera il senso
ci sia
in questa piega dell’anno, tutto,
la prima barca, il primo verde dei salici,
la prima ruota d’acqua
alla virata dell’armo.
C’è tutto, tutto.
Tutto incredibilmente.

(da Per il battesimo dei nostri frammenti, Garzanti, 1985)

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Il dire poetico più maturo di Mario Luzi riesce a colpire maggiormente quando abbandona il suo eloquio di poesia in prosa, il suo formulario interrogativo, per sciogliersi e lasciarsi andare al gusto delle immagini evocative. Siamo a questo punto dell’anno, ancora sospeso tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera: è un mondo in ansia di nascere e si possono coglierne nell’aria e nelle cose, nel cielo e nel fiume, i suoi piccoli segni embrionali.

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FOTOGRAFIA DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
Prima di primavera, ma poco, / si diffonde la sua acquosa luminescenza / e quel chiaro e quell’alone sui monti, / quel trepidare dell’aria, quel vibrare delle immagini.
MARIO LUZI, Per il battesimo dei nostri frammenti




Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005), poeta italiano, fu uno dei grandi rappresentanti dell’Ermetismo. Più volte candidato al Nobel, fu insignito della Legion d’Onore. Fu Accademico della Crusca e senatore a vita.


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