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lunedì 16 gennaio 2017

Si siede al tavolo e scrive

 

JUAN GELMAN

CONFIDENZE

Si siede al tavolo e scrive
«con questa poesia non prenderai il potere» dice
«con questi versi non farai la Rivoluzione» dice
«neanche con mille versi farai la Rivoluzione» dice

e ancora: questi versi non serviranno
a far vivere meglio i braccianti i maestri i boscaioli
a farli mangiare meglio o a far sì che lui stesso mangi e viva meglio
né serviranno a fare innamorare una donna

non guadagnerà soldi con essi
non andrà al cinema gratis con essi
non gli daranno vestiti per essi
né otterrà tabacco o vino per essi
 
né pappagalli né sciarpe né barche
né tori né ombrelli avrà per essi
se a causa loro la pioggia lo bagnerà
non raggiungerà il perdono o la grazia per essi

«con questa poesia non prenderai il potere» dice
«con questi versi non farai la Rivoluzione» dice
«neanche con mille versi farai la Rivoluzione» dice
si siede al tavolo e scrive

(da Relazioni, 1973)

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È la solita vecchia domanda che i poeti si sentono porre e si pongono: «A che cosa serve la poesia?» Certamente, non a prostituirsi al potere, perché in tal modo si svilisce. Ma neppure a guadagnare soldi o avere merci in cambio. La poesia è un sogno e, come la bellezza di Oscar Wilde, esiste e nulla più. Anzi, addirittura urge: così il protagonista di questi versi del poeta argentino Juan Gelman, dopo essersi convinto dell’apparente inutilità della poesia, si siede comunque e scrive. Chiarissimo è il pensiero di Gelman, come appare anche da questa intervista rilasciata nel 2003 al “Secolo XIX”: “Credo che l'unico tema della poesia sia la poesia stessa. Chiedere all'atto poetico una funzione politica non ha ragion d'essere. Se la poesia deve assolvere a una funzione «sociale», questa risiede nella difesa della memoria. Quando si tenta di cancellarla, così come hanno tentato di fare i regimi militari sudamericani nel corso di questo tormentato mezzo secolo, si crea un vuoto che cancella il senso di appartenenza alla realtà sociale. La poesia ha il potere di riempire questo vuoto. Per questo è, io credo, una delle più grandi ricchezze che l'umanità possiede. Spesso senza avvedersene”.

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Gelman

FOTO © SOCIEDAD POLITICA

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LA FRASE DEL GIORNO
Scrive perché / la vita lo scrive e crede / di scrivere di / quel che essa non sa
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JUAN GELMAN, Valer la pena




Juan Gelman (Buenos Aires, 3 maggio 1930 – Città del Messico, 14 gennaio 2014), poeta, scrittore e giornalista argentino. Vincitore del Premio Cervantes nel 2007, è autore di una poesia esistenziale con accenti lirici e intimisti, divenuta più sociale con l’avvento della dittatura militare (il figlio e la nuora furono sequestrati e uccisi dal regime, la nipote data in adozione) e l’esilio.


2 commenti:

  1. ..sempre interessante interessante il tuo blog...:)

    ..in merito alla poesia non posso che condividere la tua spiegazione.....e rammentare/aggiungere una vecchia citazione.."così è se Vi pare"

    ciaoo Vania:)

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  2. Grazie, Vania.

    In effetti ognuno si serve della poesia come "sente".

    Ciao

    D.

    RispondiElimina