Qui c’è un proverbio dialettale che recita “A Natale lo sbadiglio di un gallo, all’Epifania un’oretta, a Sant’Antonio un’ora e un Gloria”: naturalmente misurano l’allungarsi del giorno dopo il solstizio, che a gennaio è più apprezzabile. Siamo nel pieno dell’inverno, ma la primavera appare comunque più vicina, come scopre con meraviglia il poeta fiorentino Angiolo Orvieto. D’altro canto, le peggiori nevicate che io ricordi si verificarono a gennaio, nel 1985 e nel 2006: così è possibile che cada un’ipnotica neve come quella che affascina il poeta spagnolo Jorge Guillén.
ANGIOLO ORVIETO
GEMME DI GENNAIO
Verdi gemme, bocciolini
chi vi ha fatto saltar fuori?
Non è ancor tempo di fiori
sugli spini.
Pur vedervi di gennaio
spande in me nuova dolcezza
e m'infonde tenerezza
per rosaio.
Quasi che il mio cuore stesso,
del suo verno al limitare,
speri ancor gli sia concesso
di gemmare.
(da Il gonfalon selvaggio, Mondadori, 1934)
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JORGE GUILLÉN
LA NEVE
Sta il bianco sul verde,
e canta.
Neve che è fina
vuole essere alta.
Gennaio con nevi s’illumina: ora verde,
ora bianca.
Illumini la neve nel giorno e nella notte e sia la neve
più chiara.
Neve lieve, molle falda?
Quanto ardore massiccio!
La neve, la neve nelle mani
e l’anima.
Sì puro l’ardore sul bianco,
sì puro, senza fiamma.
La neve, la neve fino al canto
s’innalza.
Gennaio s’illumina con neve silvestre.
Quanto ardore! E canta.
La neve fino al canto - la neve, la neve -
in volo incanta.
(da Aire nuestro, All’Insegna del Pesce d’Oro, 1968 – Traduzione di Oreste Macrì).
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LA FRASE DEL GIORNO
Ma appena entrati nell'aria di gennaio, / è come sempre forzare una porta / o sospingere un vetro con delicatezza.
ROBERTO SANESI, Mercurio
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