GLAUCE BALDOVIN
LIBRO DI LUCÍA, XXVII
È arrivato il mio amante. L’inverno.
Con fragili piedi cammino sulla brina
la schianto con i fiori, in cattedrali,
in un’erba tenace che si aggrappa alla terra.
Bagno le mani nell’acqua e diventano viola,
parlo, e un vapore celeste mi esce dalla bocca.
Sono ammaliata!
L’inverno mi incanta.
Lui, il mago del sonno,
lui che addormenta le piante e tutti gli animali,
mi sveglia, mi strega, mi trasforma
nell’antica ragazza
e poi scappa.
(da Libro di Lucía, 1986)
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La donna sedotta e abbandonata dall’inverno è la poetessa argentina Glauce Baldovin: riesce a trovare fascino nei suoi rigori, riesce a riscoprire il suo incanto nei ricordi di ragazza. Questi versi servano da augurio per questo inverno che comincia oggi con il solstizio. Dal canto mio, aspetto un’altra amante, la primavera…
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
I rami spogli d’inverno sono una forma di scrittura.
BILLY COLLINS, A vela, in solitaria intorno alla stanza
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