JOSEFA PARRA
IL RICORDO E IL SUO CATTIVO GIOCO
Il ricordo non mi lascia abbandonare il tuo viso
bellissimo, e la tua bocca dove il mondo si spalanca
come un calice profano.
Se la memoria non fosse così ostinata,
io ti avrei vinto.
Invece il ricordo è un aspro nemico:
è forte come è forte l'infelicità,
come è forte l'amore. E ancora nelle mie mani
la traccia delle tue si disegna
con dolcezza caparbia,
se per qualche istante il vino o la nostalgia
mi fanno pensare a te.
(da Alcova dell'acqua, 2002)
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A proposito della poesia di Josefa Parra Elisa Costanza Zamora Pérez parla di una “stilistica dell’esistenza e, in particolare, dell’esistenza amorosa”, di un amore dominato dall’erotismo e dalla sensualità. Appare chiaro anche in questi versi dove il ricordo si trasforma quasi in un dolce carceriere ed è evidentemente fisico (il viso bellissimo, il calice della bocca, la traccia delle mani) al punto da fare male ma da essere altresì desiderato.
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DIPINTO DI MICHAEL E INESSA GARMASCH
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LA FRASE DEL GIORNO
Posso vivere di quello che ti ho rubato, / della rendita d’amore che / abbandonasti nel mio letto, / come una triste conchiglia.
JOSEFA PARRA
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