Novembre, il mese del grigiore dato da nebbie e piogge, del buio che scende presto, complice il ritorno dell’ora solare. Mese che inclina l’animo alla tristezza e alla malinconia, che sollecita il ricordo e la riflessione. Ecco Giorgio Vigolo, poeta romano, attraversare la campagna in carrozza in un tetro mattino di novembre. E poi il poeta tedesco Günter Eich celebrare la scarna bellezza del mese che spoglia gli alberi.
GIORGIO VIGOLO
COCCHIO
Buio mattino di novembre, spenta
giornata in acque uguali:
andare
su carrozze trainate
da neri galoppi
in campagna.
Sole non rompe mai
dai nuvoli tetri. Qui stanno
da ognuno obliati i boschi:
padrone
che mi fece di tante terre immense?
Riverso sul bruno
cocchio,
regno questo paese
deserto in piogge eterne.
(da Conclave dei sogni, 1935)
.
.
.
.
GÜNTER EICH
FRAMMENTO
Nuvole s’inerpicano come animali sul monte
del cielo, le sere diventano troppo presto buie
e da tutti i lumi gocciola l'autunno.
Lo sai, è novembre,
lontani sono i prati e gli odori del bosco.
Quando eri molto piccolo, catturavi farfalle.
Tutto trascorse come un respiro pieno di vento.
In mezzo ai giorni scorrono eternità.
Senti un bambino suonare sotto la pioggia un’armonica
a bocca.
Gli alberi arrugginiscono e
come un volo d’anatre selvatiche si mostrano nel canneto
stormi di stelle.
(da Opere complete in quattro volumi, 1999 - Traduzione di Gio Batta Bucciol).
.
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
O freddo sole di novembre, soltanto ricordi mi scalda in questo corpo rabbrividente.
CARLO STUPARICH, Cose e ombre di uno
Nessun commento:
Posta un commento