OLAV H. HAUGE
CAPANNE DI FOGLIE E CASE DI NEVE
questi versi, solo
qualche parola, messa insieme
a caso.
Tuttavia
mi piace moltissimo
comporli, allora
è come se avessi una casa
per qualche breve attimo.
Ricordo le capanne di foglie
che costruivamo
quando eravamo piccoli:
infilarcisi dentro, sedersi
e ascoltare la pioggia,
sapersi soli nella natura,
sentire le gocce sul naso
e tra i capelli –
oppure le case di neve a Natale,
infilarcisi dentro e
chiudere con un sacco,
accendere una candela, starsene lì
nelle sere fredde.
(da La terra azzurra, Crocetti, 2008 – Traduzione di Fulvio Ferrari)
.
Mi capita spesso di sentire criticare le poesie come se il lettore fosse il depositario assoluto della verità. In realtà ogni poesia è una fotografia del momento ed è un posto dove il poeta si rintana per santificare le sue emozioni, per fermarle sulla carta o sullo schermo di un apparecchio elettronico. Ogni poesia dunque – come dice il poeta norvegese Olav H. Hauge – è una capanna di foglie, è una casa di neve, un rifugio sicuro dove rimanere con se stessi.
DIPINTO DI JACEK YERKA
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LA FRASE DEL GIORNO
Una buona poesia / deve odorare di tè. / O di terra umida e legna appena tagliata.
OLAV H. HAUGE
LA FRASE DEL GIORNO
Una buona poesia / deve odorare di tè. / O di terra umida e legna appena tagliata.
OLAV H. HAUGE
Olav Håkonson Hauge (Ulvik, 18 agosto 1908 – 23 maggio 1994), traduttore e poeta norvegese. Giardiniere, uomo di grande cultura, tradusse in lingua nynorsk Blake, Brecht, Celan, Hölderlin e Sylvia Plath. La sua è poesia modernista, che invade il territorio della poesia concreta.
Il quadro che hai associato è la sintesi perfetta del tuo pensiero.
RispondiEliminaLa porta aperta un angolo di sereno paradiso di pace e distacco dai meandri del pensiero e della realtà.
Mi ha lasciato dentro una sensazione di speranza ed un sorriso. Il valore del ricordo e di un emozione legata ai versi.
Grazie.