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sabato 10 settembre 2016

Una delle tante date

 

WISŁAWA SZYMBORSKA

IL 16 MAGGIO 1973

Una delle tante date
Che non mi dicono più nulla.

Dove sono andata quel giorno,
che cosa ho fatto - non lo so.

Se lì vicino fosse stato commesso un delitto
- non avrei un alibi.

Il sole sfolgorò e si spense
Senza che ci facessi caso.
La terra ruotò
E non ne presi nota.

Mi sarebbe più lieve pensare
Di essere morta per poco,
piuttosto che ammettere di non ricordare nulla
benché sia vissuta senza interruzioni.

Non ero un fantasma, dopotutto,
respiravo, mangiavo,
si sentiva
il rumore dei miei passi,
e le impronte delle mie dita
dovevano restare sulle maniglie.

Lo specchio rifletteva la mia immagine.
Indossavo qualcosa d'un qualche colore.
Certamente più d'uno mi vide,

Forse quel giorno
Trovai una cosa andata perduta.
Forse ne persi una trovata poi.

Ero colma di emozioni e impressioni.
Adesso tutto questo è come
Tanti puntini tra parentesi.

Dove mi ero rintanata,
dove mi ero cacciata -
niente male come scherzetto
perdermi di vista così.

Scuoto la mia memoria -
Forse tra i suoi rami qualcosa
Addormentato da anni
Si leverà con un frullo.

(da La fine e l’inizio, 1993 – Traduzione di Pietro Marchesani)

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Quando c’è qualche fatto di cronaca che non si risolve subito – il caso Yara, ad esempio – capita poi che ai sospettati venga chiesto “Dov’era lei il giorno tale? E cosa ha fatto?”. Domanda assurda, cui è difficilissimo rispondere a meno di casi eccezionali (essere l’assassino, per esempio). Per dire, mi arrivò una multa da Vigevano, dove non ero mai stato, e dovetti specificare nel ricorso dove mi trovavo con la mia auto quella sera di sei mesi prima. Sarò stato nel mio solito trantran, oppure – che ne so? – ero in ferie, ero al mare. In realtà, dopo uno sforzo sovrumano, appurai di essere ospite a cena da parenti, che testimoniarono per iscritto di quel normalissimo evento. Ma come si può tenere conto di una data passata della nostra vita, uno dei tanti giorni? Pensate che negli ultimi vent’anni ne avete trascorsi 7.305, ma che in questo 2016 ne avete già bruciati 253. Così la poetessa Premio Nobel polacca Wisława Szymborska si interroga su una data a caso, il 16 maggio 1973, un’anonima data nella sua vita. Quel mercoledì accadde poco anche nel mondo: In Tam fu nominato primo ministro delle Repubblica Khmer, il Burundi ruppe le relazioni diplomatiche con Israele, il Milan vinse la Coppa delle Coppe battendo 1-0 il Leeds a Salonicco con un gol di Chiarugi dopo tre minuti. Io so di preciso che al mattino mi accomodai al mio banco di alunno della scuola elementare, poi, nel pomeriggio, dopo il tempo pieno, probabilmente avrò giocato…

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Polonia

CODA PER LA SPESA IN POLONIA NEL 1973 - FOTO © NIKI K

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LA FRASE DEL GIORNO
Ieri mi sono comportata male nel cosmo. / Ho passato tutto il giorno senza fare domande, / senza stupirmi di niente.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Due punti




Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.


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