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lunedì 29 agosto 2016

Il tuo cuore d’altranno

 

GESUALDO BUFALINO

ANNIVERSARIO

La festa abbaglia ancora i tuoi balconi
e il mare, sale una rosa di luce
antica sul tuo viso, ogni bengala
nel giro negro e veloce degli occhi
ti si ripete, e la musica fiera
degli spari: chissà se tu ripensi
il tuo cuore d’altranno, e le parole
che ci gridammo d’amore, sospesi
sui colori violenti della folla,
chissà se tu rammenti la mia voce.

(da L’amaro miele, Einaudi, 1982)

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C’è negli amori effimeri – quelli che durano lo spazio di una vacanza o di un’estate – il rischio che restino vivi più a lungo soltanto in uno dei due. È il caso di questi versi di Gesualdo Bufalino: lo scrittore siciliano ricrea l’atmosfera di una festa paesana (“L'odore di polvere da sparo / sparso per quartieri mentre una banda / accompagna le reliquie della santa” per citare una canzone composta dal duo siciliano Battiato-Sgalambro) e dipinge il volto della donna un tempo amata con quei fuochi d’artificio accesi in cielo come la domanda che si pone l’innamorato: “Lei mi ricorderà ancora?”

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Sciacca

FOTOGRAFIA © MATT CONTI

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LA FRASE DEL GIORNO
L'amore, nella maggior parte dei casi, è soltanto un prestito con cauzione
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GESUALDO BUFALINO, Il malpensante




Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Vittoria, 14 giugno 1996), scrittore, poeta e aforista italiano. Insegnante, si rivelò tardi alla letteratura pubblicando nel 1981 Diceria dell'untore, con cui vinse il Premio Campiello. Con il romanzo Le menzogne della notte vinse nel 1988 il Premio Strega. Il suo stile ricercato, ricco e  "anticheggiante" gli deriva dall’abilità linguistica e da una vasta cultura.


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