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martedì 5 aprile 2016

Una conchiglia rosa

 

ZBIGNIEW HERBERT

CONCHIGLIA

Davanti allo specchio
nella camera da letto dei miei genitori
c’era una conchiglia rosa.
Mi avvicinavo in punta di piedi
e con un movimento improvviso
la portavo all’orecchio.
Volevo coglierla in quel momento,
quando non si sente la nostalgia
con il suo monotono sussurro.
Sebbene fossi piccolo, sapevo che,
anche quando si ama molto qualcuno,
talvolta sopraggiunge l’oblio.

(da Hermes, pies i gwiazda, 1957)

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Un ricordo d’infanzia – la conchiglia portata velocemente all’orecchio per sorprenderne il vuoto anziché il caratteristico suono che ricorda il mare – serve al poeta polacco Zbigniew Herbert per un’amara riflessione: la chiusa di questa poesia è un vero e proprio aforisma sul destino umano, sull’amore e sull’oblio.

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Conchiglia

DIPINTO DI MAUREEN HYDE

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LA FRASE DEL GIORNO
Occorre dimenticare per rimanere presenti, dimenticare per non morire, dimenticare per restare fedeli.
MILAN KUNDERA, La lentezza




Zbigniew Herbert (Leopoli, Ucraina, 29 ottobre 1924 – Varsavia, 28 giugno 1998), poeta, saggista e drammaturgo polacco. Discendente del poeta inglese George Herbert, durante la Seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza contro i nazisti. Esordì nel 1950 e la sua opera più nota è Il signor Cogito. Esule a Parigi dal 1986 al 1992 , tornò in Polonia dopo il trionfo di Solidarność.


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