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mercoledì 13 gennaio 2016

In un laboratorio

 

WISŁAWA SZYMBORSKA

FORSE TUTTO QUESTO

Forse tutto questo
Avviene in un laboratorio?
Sotto una sola lampada di giorno
e miliardi di lampade di notte?

Forse siamo generazioni sperimentali?
Travasati da un recipiente all’altro,
scossi in alambicchi,
osservati non soltanto da occhi,
e infine presi a uno a uno
con le pinzette?

O forse è altrimenti:
nessun intervento?
I cambiamenti avvengono da sé
in conformità al piano?
L’ago del diagramma traccia a poco a poco
gli zigzag previsti?

Forse finora non siamo di grande interesse?
I monitor di controllo sono accesi di rado?
Solo in caso di guerre, meglio se grandi,
di voli al di sopra della nostra zolla di Terra,
o di migrazioni rilevanti tra i punti A e B?

O forse è il contrario:
là piacciono solo le piccole cose?
Ecco: una ragazzina su un grande schermo
Si cuce un bottone sulla manica.

I sensori fischiano,
il personale accorre.
Ah, guarda che creaturina
con un cuoricino che batte dentro!
Quale incantevole serietà
nell’infilare l’ago!
Qualcuno grida rapito:
Avvertite il Capo,
che venga a vedere di persona!

(Może to wszystko, da La fine e l’inizio, 1996 – Traduzione di Pietro Marchesani)

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Il mondo come un esperimento di un’entità più grande: è un’idea che appare qua e là nella letteratura – in particolare quella fantastica (c’è un racconto di Dino Buzzati in cui c’è un uomo che sta per colpire una mosca con un giornale e nella zampa di questa mosca c’è un mondo in miniatura, e non si sa se il nostro mondo sia quello dell’uomo o quello nella zampa della mosca) e fantascientifica (in The Dome di Stephen King la città intrappolata sotto una cupola, Chester’s Mill, è oggetto del sadico gioco di un gruppo di bambini alieni). Una simile ispirazione è arrivata anche alla poetessa polacca Wisława Szymborska, premiata con il Nobel proprio nell’anno in cui pubblicò questa raccolta.

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CBS

IMMAGINE © CBS

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LA FRASE DEL GIORNO
Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle, / e io l’ho preso solo per uso ordinario
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WISŁAWA SZYMBORSKA, Due punti




Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.


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