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martedì 12 gennaio 2016

Finestre istoriate

 

JOHANN WOLFGANG GOETHE

LE POESIE

Son simili a finestre istoriate
le Poesie: finestre che, guardate
da la piazza a la chiesa, apron sui muri
una fila di buchi nudi e scuri.
E le guarda così la buona gente,
e dice poi che non ci vede niente.
Ma su, una volta alfine, penetrate
per la porta nel tempio, e là guardate!
Ecco, figure e scene, e cielo e mare,
tutto nei vetri luminoso appare.
Creature di Dio, semplici e liete,
gli occhi allegrate e l’anima pascete!

(Gedichte sind gemalte Festerscheiben, da Opere, Sansoni, 1970 – Trad. Benedetto Croce)

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Come più volte lamentato in questo blog, che, detto en passant, oggi compie otto anni, la poesia non sembra trovare molto spazio nel mondo moderno. E mi trovo a concordare con il grande scrittore tedesco Johann Wolfgang Goethe qui tradotto nientemeno che da Benedetto Croce: quello che manca è la capacità di immergersi nella poesia, di capirne la grandezza, la sua possibilità di rivelare quello che sta dietro le cose. È bellissima l’immagine scelta da Goethe: la poesia è come le finestre a vetrate delle chiese, che dall’esterno sembrano soltanto vetri scuri; ma, entrando, portando in esse la nostra sensibilità e la nostra emozione, allora rivelano il loro meraviglioso disegno alla luce.

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Duomo

VETRATE DEL DUOMO DI MILANO – FOTOGRAFIA © KIERAN LYNAM

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LA FRASE DEL GIORNO
La vera poesia ha la capacità di liberarci, come un Vangelo laico, dai gravami terreni che ci opprimono donandoci serenità interiore e benessere esterno.
JOHANN WOLFGANG GOETHE, Riflessioni e massime




Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832), scrittore, poeta, drammaturgo e filosofo tedesco. Esponente di spicco dello “Sturm und Drang”, approdò a un più composto classicismo. Tra le sue opere  Le affinità elettive, il Faust, il Viaggio in Italia e una ricchissima produzione poetica.


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