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giovedì 3 settembre 2015

Festa di ventagli e tanghi

 

GESUALDO BUFALINO

A MEDIA LUZ

Non è che festa di ventagli e tanghi
sulla rotonda dove langue il cielo.

Nacchere pigre, perfido metronomo
che assilla un poco il sangue e un po’ l’assonna.

Come ci brucia in quest’ora le labbra
l’amaro miele della giovinezza;

e come affonda in un livore d’acque
la minuscola stella che ci piacque…

Ma tu grandiosa ti levi e sorridi
alle nere magnolie della notte.

Volubili fiumane ti gremiscono
le tempie e impugni una spada di luce.

Un grido solo proclama il tuo nome.
Amarti è come un’incoronazione.

(da L’amaro miele, Einaudi, 1982)

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A media luz, brano scritto nel 1925 da Carlos César Lenzi su musica di Edgardo Donato, è forse il più celebre dei tanghi, soprattutto nell’esecuzione di Carlos Gardel: risuona come in sottofondo in questi versi dello scrittore siciliano Gesualdo Bufalino, capaci di resuscitare un ricordo, di rievocare una serata lontana in una rotonda sul mare, dalla quale affiorano “l’amaro miele della gioventù” e una stella che sorge dalle onde a incoronare una storia d’amore.

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Perez

FABIAN PEREZ, “TANGO IN RED”

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LA FRASE DEL GIORNO
C’è chi beve per dimenticare: lui beve per ricordare
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GESUALDO BUFALINO, Il malpensante




Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Vittoria, 14 giugno 1996), scrittore, poeta e aforista italiano. Insegnante, si rivelò tardi alla letteratura pubblicando nel 1981 Diceria dell'untore, con cui vinse il Premio Campiello. Con il romanzo Le menzogne della notte vinse nel 1988 il Premio Strega. Il suo stile ricercato, ricco e  "anticheggiante" gli deriva dall’abilità linguistica e da una vasta cultura.


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