JAROSLAV SEIFERT
QUADRO BAGNATO
Quelle bellissime giornate
quando la città somiglia a un dado
o a un ventaglio
o al canto di un uccello
o a una conchiglia sulla spiaggia del mare
(addio, addio, belle fanciulle,
ci siamo conosciuti
e non ci rivedremo mai più).
Quelle bellissime domeniche
quando la città somiglia a un pallone
o a una carta
o a un’ocarina
oppure a una campana a festa
(nella strada assolata
le ombre di passanti si baciavano
e la gente si allontanava come se non si conoscesse).
Quelle bellissime serate
quando la città somiglia a una rosa
o a una scacchiera,
o a un violino
oppure a una ragazza che piange
(giocavamo a dominio insieme alle ragazze esili dei bar
guardando le loro ginocchia
che erano emaciate
come due teschi coronati dalla seta delle giarrettiere
nel disperato regno dell’amore).
(da Il piccione viaggiatore, 1929)
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“Da lungo tempo la vita mi ha convinto / che musica e poesia / sono al mondo le cose più belle / che la vita può darci. / Oltre all’amore, ovviamente” scriveva il Premio Nobel ceco Jaroslav Seifert. E all’emozione semplice e immotivatamente felice dei momenti, al nulla delle piccole cose che invece riesce a commuoverci, alla bellezza che si presenta improvvisa e inattesa, alla luce riflessa dei ricordi che torna a illuminare le nostre vite…
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FOTOGRAFIA © ADRIEN S-F
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LA FRASE DEL GIORNO
Però so bene / che un poeta deve sempre dire più / di ciò che sta nascosto nel rombo delle parole. / Ed è la poesia.
JAROSLAV SEIFERT, Concerto sull’isola
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