GREG DELANTY
ASSUEFATTO
Sono come quei delfini
di cui leggevo, relegati in celle d’isolamento
di una piscina con porte automatiche.
Uno zoologo manipolava i loro incontri
per osservarne il comportamento sessuale.
Il solo delfino liberato
che in seguito rifiuta di tornare in mare
e dà testate al portale d’ingresso per rientrare.
(da L’Antologia Palatina Libro XVII, 2011 - Traduzione di Antonello Borra)
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Naturalmente non esiste un diciassettesimo libro dell’Antologia Palatina, la raccolta di oltre 4000 epigrammi ellenistici rinvenuti nella biblioteca di Heidelberg nel 1607: il poeta irlandese Greg Delanty lo inventa per usare voci e toni diversi a seconda dei poeti fittizi che incarna di volta in volta: Dano, Longlio, Melogo, Antiprato il Viaggiatore, Gregorio di Cork. Tratta dell’infelicità, del vivere, della gloria, dell’infanzia, dell’amore e dell’eros, come nei versi qui proposti, attribuiti ad un appropriato Libertino, che medita sull’assuefazione a ogni cosa che la società moderna impone e all’impossibilità di liberarsi.
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FOTOGRAFIA © HD SCREEN
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LA FRASE DEL GIORNO
Si cambia più facilmente la religione che il caffè.
GEORGES COURTELINE
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