I versi eleganti e leggeri dello scrittore irlandese James Joyce e quelli evocativi e vagamente bucolici del poeta parmense Attilio Bertolucci introducono il mese di maggio, sospeso tra il rigoglioso fiorire di aprile e la maturità delle messi di giugno. Un mese rosso di papaveri e di ciliegie e verde del fogliame ormai completo e dei prati fiorenti.
JAMES JOYCE
VENTI DI MAGGIO
Venti di maggio, che danzate sul mare,
ballando un gioioso girotondo
di solco in solco mentre sulle creste
la spuma vola a farsi ghirlanda
di archi d’argento che attraversano l’aria,
avete visto il mio amore da qualche parte?
Ahimè! Ahimè!
Venti di maggio!
Amore è triste se il suo amore è assente.
(Winds of May, da Musica da camera, 1907)
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ATTILIO BERTOLUCCI
CONVALESCENTE
Ancora vita il tuo dolce rumore
dopo giorni bui e muti riprende.
Porta il vento di maggio l’odore
del fieno, il cielo immobile splende.
Gli occhi stanchi colpisce di lontano
il rosso papavero in mezzo al tenero grano.
(da Fuochi in novembre, 1934)
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LA FRASE DEL GIORNO
Maggio / è nell’aria ormai e il sole dura / così a lungo meravigliandoci / del suo indugio sul verde.
ATTILIO BERTOLUCCI, La lucertola di Casarola
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