CAROL ANN DUFFY
ESTASI
Nei tuoi pensieri tutto il giorno, tu nei miei.
Gli uccelli cantano al riparo di un albero.
Sopra la preghiera della pioggia, un blu sterminato,
non il paradiso, che non va da nessuna parte, senza fine.
Perché mai le nostre vite si allontanano
da noi stesse, mentre rimaniamo intrappolate nel tempo,
in fila verso la morte? Sembra che nulla possa mutare
lo schema dei nostri giorni, alterare la rima
data da lutto in assonanza con diletto.
Poi sopraggiunge l’amore come un volo lesto di uccelli
dalla terra al paradiso dopo la pioggia. Un tuo bacio,
rievocato, sfila, come fossero perle, questa catena di parole.
Cieli immensi ci congiungono, unendo qui a lì.
Desiderio e passione nell’aria che pensa.
(Rapture, da Lo splendore del tempio, Crocetti, 2012 – Trad. di F. Marinzuli e B. Nera)
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Dei versi di Carol Ann Duffy, si dice che siano letti anche da chi non legge poesia: questo perché sono “facili”, almeno apparentemente grazie all’uso di parole semplici “in modo complicato”, come ammette la stessa scrittrice. In realtà, questa semplicità è dovuta alla sua capacità di mettere in scena con la chiarezza di uno stile classico e talora con sguardo ironico le scene della vita quotidiana. L’amore, quello che tratta questa poesia dedicata alla sua compagna Jackie Kay, è una consolazione che ci viene donata, è “un volo lesto di uccelli dalla terra al paradiso dopo la pioggia”.
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JACK VETTRIANO, “SOMETHING IN THE AIR”
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LA FRASE DEL GIORNO
Non so dove sei. Irraggiungibile / dalle preghiere, sebbene le poesie siano preghiere. Invisibile / nell’aria, sebbene le anime siano stelle.
CAROL ANN DUFFY, Feminine Gospel
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