UMBERTO BELLINTANI
AGLI AMICI DI SIENA
Non sono qui, io sono a Siena.
Ma sono qui e non sono a Siena.
E per questo se soffro è dire poco.
Portatemi per favore a Siena:
devo ascoltare Duccio di Boninsegna,
Guidarello sul cavallo, la Maestà
di Duccio e di Simone, il Buon Governo.
(Ho finito adesso di vangare.)
E la Nascita della Vergine di Pietro
fratello di Ambrogio? la semplicità
vorrei dire inesauribile della nascita
di Maria, la verità?...
Taccio di tant'altro perché soffro.
… Ma le pietre
le case dell'antichità... Ditemi, le pietre?
Ricomincio adesso a vangare. Terra
della mia straamata Lombardia. Ma sono qui.
Sempre qui. Non sono a Siena.
Altro non sto a dirvi, cari amici.
Ricordatemi a Siena e una fronda
di ginestra portatela a Federico.
(da Nella grande pianura, Mondadori, 1998)
.
Ci sono posti che ci rimangono nel cuore, per la loro maestosità naturale o per la ricchezza dei loro monumenti e per le opere d’arte racchiuse nei loro musei. Io stravedo per Venezia, per Ragusa Ibla, per Roma, ad esempio. Invece il poeta della Bassa mantovana Umberto Bellintani porta nel suo cuore Siena, le opere di Duccio di Boninsegna, le antiche case delle contrade. È una specie d’amore, che non va a scapito della terra natia, amata anch’essa: è come un sogno, un altro luogo dove essere pur non essendovi.
.
DUCCIO DI BONINSEGNA, “MAESTÀ”
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.
ITALO CALVINO, Le città invisibili
Nessun commento:
Posta un commento