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domenica 9 novembre 2014

Se la sete deve bruciarmi

 

JORGE LUIS BORGES

IL DESERTO

Prima di entrare nel deserto
i soldati bevvero a lungo l’acqua della cisterna.
Ierocle gettò per terra
l’acqua della sua brocca e disse:
Se dobbiamo entrare nel deserto,
io sono già nel deserto.
Se la sete deve bruciarmi,
che già mi bruci.
Questa è una parabola.
Prima di sprofondarmi nell’inferno
i littori del dio mi permisero di guardare una rosa.
Quella rosa ora è il mio tormento
nell’oscuro regno.
Un uomo fu abbandonato da una donna.
Stabilirono di fingere un ultimo incontro.
L’uomo disse:
Se devo entrare nella solitudine
sono già solo.
Se la sete deve bruciarmi,
che già mi bruci.
Questa è un’altra parabola.
Nessuno sulla terra
ha il coraggio di essere quell’uomo.

(El desierto, da La cifra, 1981 - Traduzione di Domenico Porzio)

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La poesia intellettuale dello scrittore argentino Jorge Luis Borges (1899-1986) spazia attraverso sogni e astrazioni, mescolando immagini e metafore a miti e eventi storici. Così, da questi versi che propongono due “parabole”, il soldato Ierocle che rifiuta di satollarsi d’acqua prima di intraprendere la marcia nel deserto e l’uomo abbandonato dall’amata che si tuffa nella sua solitudine emerge la sete ardente del desiderio, provata dal poeta stesso che in una sorta di cerniera tra le due “parabole” ritaglia la sua immagine, la ricerca di quella rosa vista una sola volta e inseguita per tutta la vita.

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Lovell

TOM LOVELL, “ALEXANDER THE GREAT REFUSING WATER IN THE DESERT”

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LA FRASE DEL GIORNO
Sì, sete, sete, sete orribile! / ...Ma... lasciami il bicchiere / vuoto...!
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Eternità




Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi designato “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.


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