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sabato 8 novembre 2014

Questa stagione pallida

 

PIERRE REVERDY

COLUI CHE ATTENDE

È davvero l'autunno che ritorna
e si inizia a cantare
Ma nessuno
ci tiene
più di me
io sarò l’ultimo

Ma non è così triste
come avevano detto
questa stagione pallida
Un po' più di malinconia
Per darvi ragione

Il fumo interroga
Sarà lui oppure tu
a tesserne l'elogio
prima che arrivi il freddo

E aspetto
L’ultima luce
che sale nella notte
Ma la terra discende
E non tutto è finito

Un’ala la sostiene
Per tutto questo tempo
In fin dei conti io verrò con te
A chiudere la porta
Se tira troppo vento

(Celui qui attend, da Grande nature, 1925 - Traduzione di Valerio Magrelli)

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Nell’orbita del Cubismo e del Surrealismo ruotano le poesie di Pierre Reverdy – “scrive come un pittore” disse di lui Picasso: si può capire perché da questi versi che evocano l’autunno, creando una suggestione della realtà attraverso le immagini, cercando di penetrare nel profondo “la sublime semplicità del reale”.

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Malinconia

IMMAGINE © PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
Ah, sono sere di una indifferenza così triste che l’autunno, prima di cominciare nelle cose, inizia dentro di noi.
FERNANDO PESSOA, Il libro dell’inquietudine




Pierre Reverdy (Narbona, 11 settembre 1889 – Solesmes, 17 giugno 1960), poeta e aforista francese. Legato al cubismo e al dadaismo, fu uno dei precursori del surrealismo. Le sue opere tendono a privilegiare la verità poetica sulla realtà, a ridurre, in un linguaggio semplice e rigoroso, il divario fra sentimento ed espressione.


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