ALFONSO GATTO
UN FIORE A ASOLO
Questi fiori pungenti che la brina
di novembre inghirlanda sopra i morti
e Asolo, il silenzio che avvicina
il ricordo del sole, noi assorti
in quel nulla dolente che l’amore
lascia negli occhi.
«Qui riposa Manàra, prendo un fiore
dalla sua tomba», e nel guardarmi tocchi
il cespo di vetrato che si spezza.
«Ero il suo bel paggetto» tu mi dici
«mi chiamava così...» Passa la brezza
delle memorie, passano gli amici
a dirti, amore, che non c’è dolcezza
più triste e più vogliosa dei tuoi occhi.
(da Poesie d’amore, Mondadori, 1973)
Nel giorno dedicato ai defunti “passa la brezza delle memorie”, come in questi versi di Alfonso Gatto rivolti al ricordo dell’amico scrittore Manara Valgimigli, sepolto ad Asolo. Le memorie di chi ha condiviso con noi un tratto di vita più o meno lungo e ci ha lasciato fisicamente per restare però ancora vivo nei ricordi, negli insegnamenti, nelle parole, riverberano ogni giorno in noi, quel fiore è soltanto un monito per dire «Io ricordo».
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FOTOGRAFIA © SKYART82
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LA FRASE DEL GIORNO
Là dove lungo le passeggiate ombrose / s’odono vani sospiri / e si sognano sogni anche più vani / di vera comunione con le anime dei morti.
EDGAR LEE MASTERS, Antologia di Spoon River
Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.
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