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martedì 20 maggio 2014

La cornetta che sostengo

 

OSKAR PASTIOR

TELEFONATA

Mi hai chiamato
da una regione lontana.
Quando creammo il miracolo,
era tempo di nostalgia.
E con la tua bocca
hai sfiorato le valli
e i boschi fin nel profondo.

Chiarissima, vicino alla mia mente
è sgorgata una fonte
e mi ha fatto vibrare.
Quanto ti sono vicino.
Mi hai affidato
tutta la tua parola sommessa
e sei rimasta laggiù.

La cornetta che sostengo
fino a farmi male
risuona come la casa, fredda,
in cui vado origliando.
Pur attraverso l'ampia distesa
anche senza la tua mano
ti ho capito perfettamente.

(da Parole chiare, 1964 - Traduzione di Gio Batta Bucciol)

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La lontananza non è più un problema come poteva esserlo nei secoli scorsi: tutta la letteratura epistolare non avrebbe avuto modo di esistere se il telefono e li social network fossero stati inventati molto tempo prima. Così, se può mancare la presenza fisica dell’amata o dell’amato, il suo essere è invece ben presente con la voce o il pensiero o addirittura con l’immagine stessa. Ed è quello che sottolinea il poeta tedesco di origini rumene Oskar Pastior, unico rappresentante della Germania nell’Oulipo, il gruppo di “letteratura potenziale” di cui fecero parte Perec, Queneau e Calvino.

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Vettriano

JACK VETTRIANO, “HER SECRET LIFE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Come sarebbe stata diversa la storia di Romeo e Giulietta se avessero avuto un telefono!
ISABEL ALLENDE, Il mio paese inventato




Oskar Walter Pastior (Sibiu, Romania, 20 ottobre 1927 - Francoforte sul Meno, 4 ottobre 2006), poeta e traduttore rumeno-tedesco. Fu influenzato dalla poesia sonora del dadaismo e dagli autori del gruppo OULIPO. La sua poesia in lingua tedesca è caratterizzata da giochi linguistici e arte della parola ed è vicina alla poesia nonsense.



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