OSKAR PASTIOR
TELEFONATA
Mi hai chiamato
da una regione lontana.
Quando creammo il miracolo,
era tempo di nostalgia.
E con la tua bocca
hai sfiorato le valli
e i boschi fin nel profondo.
Chiarissima, vicino alla mia mente
è sgorgata una fonte
e mi ha fatto vibrare.
Quanto ti sono vicino.
Mi hai affidato
tutta la tua parola sommessa
e sei rimasta laggiù.
La cornetta che sostengo
fino a farmi male
risuona come la casa, fredda,
in cui vado origliando.
Pur attraverso l'ampia distesa
anche senza la tua mano
ti ho capito perfettamente.
(da Parole chiare, 1964 - Traduzione di Gio Batta Bucciol)
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La lontananza non è più un problema come poteva esserlo nei secoli scorsi: tutta la letteratura epistolare non avrebbe avuto modo di esistere se il telefono e li social network fossero stati inventati molto tempo prima. Così, se può mancare la presenza fisica dell’amata o dell’amato, il suo essere è invece ben presente con la voce o il pensiero o addirittura con l’immagine stessa. Ed è quello che sottolinea il poeta tedesco di origini rumene Oskar Pastior, unico rappresentante della Germania nell’Oulipo, il gruppo di “letteratura potenziale” di cui fecero parte Perec, Queneau e Calvino.
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JACK VETTRIANO, “HER SECRET LIFE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Come sarebbe stata diversa la storia di Romeo e Giulietta se avessero avuto un telefono!
ISABEL ALLENDE, Il mio paese inventato
..la frase del giorno...:)
RispondiElimina..la poesia deliziosa.
ciaoo vania:)
il telefono avvicina
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