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giovedì 15 maggio 2014

Il saltimbanco dell’anima mia

 

ALDO PALAZZESCHI

CHI SONO?

Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia:
«follía».
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell’anima mia:
«malinconía».
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c’è che una nota
nella tastiera dell’anima mia:
«nostalgía».
Son dunque... che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia.

(da Poemi, 1909)

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Aldo Palazzeschi è poeta dello sberleffo, del divertimento quasi clownesco che talora assume toni grotteschi e in altre liriche invece si riveste di riflessi quasi da fiaba. Il crepuscolare viene a contatto con il futurista e guarda al reale con uno sguardo crudele da bambino cattivo. “Chi sono?” non è solo un autoritratto o un manifesto, è anche una presa in giro del compianto di Sergio Corazzini e della sua “Desolazione del povero poeta sentimentale”: non è un caso che quella cominci così: “Perché tu mi dici: poeta? / Io non sono un poeta. / Io non sono che un piccolo fanciullo che piange”. Palazzeschi rovescia il suo ruolo: il poeta è un saltimbanco che non si crogiola nella propria tristezza ma se ne libera con una capriola divertendo la gente.

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acrobat-with-bouquet-1963

MARC CHAGALL, “ACROBATA CON MAZZO DI FIORI”

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LA FRASE DEL GIORNO
Infine, / io ho pienamente ragione, / i tempi sono cambiati, / gli uomini non domandano più nulla / dai poeti: / e lasciatemi divertire!
ALDO PALAZZESCHI, L’incendiario




Aldo Palazzeschi, pseudonimo di Aldo Pietro Vincenzo Giurlani (Firenze, 2 febbraio 1885 – Roma, 17 agosto 1974), scrittore e poeta italiano, uno dei padri delle avanguardie storiche. Dall'esordio come crepuscolare e dalla breve adesione al Futurismo, attraversò il «ritorno all'ordine» degli anni Venti e la ripresa sperimentale delle avanguardie degli anni Sessanta con inconfondibile giocondità, enigmatica e inafferrabile.


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