KI NO TSURAYUKI
FIORE DI CILIEGIO
Il fiore di ciliegio
non mi pare
che cada presto:
il cuore umano, invero,
muta senza aspettare il vento.
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Questo waka di Ki No Tsurayuki, il poeta giapponese che antologizzò la poesia classica del suo paese sul principio del X secolo nel Kokinshū, è uno dei migliori esempi dell’uso della metafora naturalistica – si pensi a tanti haiku – ed è uno dei motivi estetici principali dei versi di Tsurayuki, che per primo si avvalse di quello che sarebbe in seguito diventato un cliché caratteristico della poesia giapponese. Ed è la grandezza di queste poche sillabe: il confronto tra il volo leggero dei petali di ciliegio che il vento di primavera strappa alla pianta e la volubilità imprevista dell’animo umano.
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FOTOGRAFIA © AUNTIE DOGMA
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LA FRASE DEL GIORNO
Su nulla abbiamo meno potere che sul nostro cuore, e, lungi dal comandarlo, siamo obbligati ad obbedirgli.
JEAN-JACQUES ROUSSEAU
Quanto amo gli haiku, hanno il pregio di dire molto (e far riflettere) un poche parole.
RispondiEliminaQuello che vorrei facessero molte persone.
A presto, Federica
Che giornata noiosa di pioggia, oggi...
gli haiku sono l'esempio dell'estrema forza della sintesi, poesia concentrata.
RispondiEliminaQui sospesi tra sole e nuvole, languore primaverile