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lunedì 31 marzo 2014

Centenario di Octavio Paz

 

Il 31 marzo 1914 nasceva a Città del Messico il più celebre dei poeti messicani, Octavio Paz, cui nel 1990 fu assegnato il Premio Nobel per la Letteratura per “l’appassionata scrittura dai vasti orizzonti, caratterizzata da un intelligenza sensuale e da un’integrità umanistica”. Vale a dire, superando la stringata motivazione dell’Accademia Svedese, che Paz seppe compiere una fusione di culture: quella precolombiana, quella dei conquistatori spagnoli, quella modernista del XX secolo, quella della lontana India con tutta la sua spiritualità. Paz fu un poeta per cui la poesia era un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”, come scrisse in Corrente alterna: il linguaggio capace di distruggersi e di ricrearsi al di là del linguaggio stesso è dunque una delle basi fondanti della poetica del Nobel messicano, ammiratore del musicista John Cage e autore di poesie che scorrono talora come un flusso, quasi circolari nel loro svolgersi.

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da VERSO L’INIZIO, 1964-1968

 

ASSE

Nella noria di sangue
il mio corpo nel tuo
                            
sorgente notturna
la mia lingua di sole nel tuo bosco
                                               
madia il tuo corpo
grano rosso io
                   
Nella noria d’osso
io notte io acqua
                        
io bosco che avanza
io lingua
            
io corpo
                        
io osso di sole
nella noria di notte
                           
sorgente di corpi
tu notte del grano
                         
tu bosco nel sole
tu acqua in attesa
                         tu madia d’ossa
Nella noria di sole
                          la mia notte nella tua
il mio sole nel tuo
                           il mio grano nella tua madia
il tuo bosco nella mia lingua
                                        Nella noria del corpo
l’acqua nella notte
                          
il tuo corpo nel mio
Sorgente d’ossa
                      
Sorgente di soli

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CUSTODIA

Custosia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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da VERSANTE EST, 1969

VILLAGGIO

Le pietre sono tempo

Il vento

secoli di vento

Gli alberi sono tempo

gli uomini sono pietre

Il vento

si avvolge su se stesso e si sotterra
nel giorno di pietra

Acqua non c‘è ma gli occhi brillano

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L’ALTRO

S'inventò un volto.
                         Dietro di esso,
molte volte
visse, morì e risuscitò.
                               Oggi
il suo volto ha le rughe di quel volto.
Le sue rughe non hanno volto.

 

(Le traduzioni sono di Franco Mogni)

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LA FRASE DEL GIORNO
Ogni lettore è un altro poeta; ogni testo poetico, un altro testo.
OCTAVIO PAZ, Corrente alterna




Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998),  poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.


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