MEIRA DELMAR
BREVE
Arrivi quando meno
ti ricordo, quando
più lontano sembri
dalla mia vita.
Inatteso come
quelle tempeste che si inventa
il vento
un giorno immensamente azzurro.
Poi la pioggia
trascina i suoi stracci
e cancella le tue impronte.
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Il ricordo talvolta appare così, proprio come un improvviso annuvolarsi del cielo, un incresparsi dell’acqua, come lo evoca la poetessa colombiana di origini libanesi Meira Delmar. Il ricordo rimane dentro di noi, in remote lande di sinapsi e di neuroni, per poi affiorare senza preavviso. È qualcosa che ci lavora dentro, e forse è vero quello che scrive Hermann Hesse: “Credo anch'io che la nostra vita e le nostre percezioni si sviluppino a partire da un groviglio di ricordi sommersi. Forse quello che chiamiamo anima non è se non l'insieme di questi oscuri detriti di ricordi”. Poi viene la pioggia, sotto forma di oblio, a sciogliere quelle arcane macerie, a cancellare le tracce misteriosamente riapparse.
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RENÉ MAGRITTE, “LA CORDE SENSIBLE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Più che il sole dell’estate, in realtà, / il tuo ricordo mitiga, per fortuna, / l’ombra che mi circonda e si trasforma / nella luce che illumina il cammino.
MEIRA DELMAR
Olga Isabel Chams Eljach (Barranquilla, 21 agosto 1922 - 18 marzo 2009), poetessa colombiana di origini libanesi, sin dal 1937 usò lo pseudonimo Meira Delmar. Professoressa di Storia dell’Arte e Letteratura, diresse per molti anni la Biblioteca Pubblica dell’Atlantico. Le sue poesie sono caratterizzate da una sensualità di fondo.
...un piccolo/grazioso campanello un ricordo...talvolta di musica graziosa talvolta no.
RispondiEliminaciaooo Vania:)
il ricordo è ciò che siamo stati, chi abbiamo incontrato, i posti dove siamo andati.
RispondiEliminaOggi "vince" Magritte ...
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