IOSIF BRODSKIJ
STROFE VENEZIANE, 2, VIII
Scrivo questi versi, seduto all'aperto
su una sedia bianca,
d’inverno, con la sola giacca addosso,
dopo molti bicchieri, allargando gli zigomi
con frasi in madrelingua.
Nella tazza si raffredda il caffè.
Sciaborda la laguna, punendo con cento minimi sprazzi
la torbida pupilla con l’ansia di fissare nel ricordo
questo paesaggio, capace di fare a meno di me.
(da Poesie italiane, Adelphi, 1996 – Traduzione di Giovanni Buttafava)
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È il Premio Nobel russo Iosif Brodskij a scrivere questa dichiarazione d’amore per Venezia: la città della laguna ha un fascino particolare, è unica al mondo con i suoi canali che riflettono palazzi e colori, bifore e ponti. Brodskij avverte quasi l’ansia di celebrare quel paesaggio, di fissarlo in versi per non perderlo. Il poeta russo, morto d’infarto a New York nel 1996, è sepolto nel cimitero veneziano sull’isola di San Michele: ora è parte di quel paesaggio.
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro.
PEGGY GUGGENHEIM
Bellissime parole di Brodskij, asciutte e significative di un incantato momento immerso nella bellezza del paesaggio.
RispondiElimina-Liolucy
..interessante!!....grazie.
RispondiElimina...bella questa "cosa".
ciaoo Vania:)
diciamo che ho fatto mio il pensiero di Brodskij lì, davanti alla chiesa della Salute, appena uscito dalla folla di San Marco... quasi una sindrome di Stendhal per la bellezza di Venezia
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