GIORGIO CAPRONI
SIRENA
La mia città dagli amori in salita,
Genova mia di mare tutta scale
e, su dal porto, risucchi di vita
viva fino a raggiungere il crinale
di lamiera dei tetti, ora con quale
spinta nel petto, qui dove è finita
in piombo ogni parola, iodio e sale
rivibra sulla punta delle dita
che sui tasti mi dolgono? …Oh il carbone
a Di Negro celeste! oh la sirena
marittima, la notte quando appena
l’occhio s’è chiuso, e nel cuore la pena
del futuro s’è aperta col bandone
scosso di soprassalto da un portone.
(da Il passaggio d’Enea, 1956)
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“Genova mia” dice Giorgio Caproni: il poeta nato a Livorno e vissuto a Roma portò per sempre nel cuore la città della sua adolescenza e della sua gioventù, dove trascorse gli anni dal 1924 al 1939, il tempo dell’abilitazione magistrale e degli studi di violino al Conservatorio, il tempo dei primi amori e della prima esplorazione del mondo. Eccola qui Genova, cui Caproni dedicherà nella stessa raccolta la celebre Litania: “Genova mia città intera. / Geranio. Polveriera. / Genova di ferro e aria, / mia lavagna, arenaria”. Questo sonetto, che è del 1952, e precede di due anni Litania, ha in sé il gusto della memoria: è una Genova sognata e ricordata, ricreata ricordo per ricordo, strada per strada, dalla creuza in salita dove si appartava con la ragazza di turno alla zona portuale dove si scaricava il carbone per il marchese Di Negro. Restano nella memoria il suono delle sirene del porto e il colpo di un portone sbattuto nella notte come metafore della sua vita.
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FOTOGRAFIA © GENOVA ERA SUPERBA
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LA FRASE DEL GIORNO
Genova mio rimario. / Puerizia. Sillabario. / Genova mia tradita, / rimorso di tutta la vita.
GIORGIO CAPRONI, Il passaggio d’Enea
Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.
Altro grande. Certo, da un livornese chi se lo sarebbe aspettato...
RispondiElimina( perché livornesi si nasce e si resta. Tutto il resto è letteratura )
E, del resto, gran parte della poesia di Caproni è ambientata a Livorno. Ma ognuno ha città che gli restano dentro...
RispondiEliminacerto che invece sarebbe stato grave per un livornese indicare Pisa come città amata!
RispondiEliminaDipingere con le parole… :)
RispondiElimina..mi piace l'affermazione di Rosanna qui sopra...ed aggiungerei ...
RispondiEliminaRadiografia ben letta.
ciaoo Vania:)
Grazie Vania! :) Ciao
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