ROBERTO ROVERSI
DOPO LA TERRA
VIII. FERRAGOSTO
Buon popolo, fra luci semispente
ti attardi, stupendamente docile.
Le ragazze adornate di coralli
rosseggiano come il tramonto
o impallidiscono allo scherzo
di un giovanotto ardito:
“Vedeste comare Splendore?
balli con me, bel cuore?”
Aspettano i fuochi d’artificio
rovesciate sull’erba,
i premi favolosi della tombola
e l’amore colomba del diluvio.
Cade la felicità da scrigni aperti,
le luci della festa aprono piume;
scese dal monte con le scarpe in mano
bagnano la speranza nel lume
della notte, nell’uragano dei giuochi,
nelle giostre che strappano lontano.
Fasciati in maglie rosse i marinai,
stretti i calzoni sulle cosce,
toccano il gomito alle ragazze;
trillano le argentine passere
e si offrono, quasi
da un albero protese.
(da Dopo Campoformio, Feltrinelli, 1962)
.
Buon Ferragosto. Barbecue, anguria, insalata di riso, fritto misto di paranza. Qualunque cosa preveda il menù, la poesia è apparecchiata su una festa di oltre mezzo secolo fa, dal gusto di un’Italia uscita dalla guerra e pronta per godere gli effetti del boom economico, nel fermo-immagine colto dal poeta bolognese Roberto Roversi.
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WILLY RONIS, “JOINVILLE, 1947”
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LA FRASE DEL GIORNO
Aspirazione estiva: Ad Majorca!
MARCELLO MARCHESI, Sancta Publicitas
..profuma di estate / di gioia:)
RispondiEliminaciaoo Vania :)