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martedì 20 agosto 2013

L’alba e il fanciullo

 

ARTHUR RIMBAUD

ALBA

Ho abbracciato l’alba d’estate.

Nulla si moveva ancora sul frontone dei palazzi. L’acqua era morta. Le zone d’ombra non lasciavano la strada del bosco. Ho camminato, ridestando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre preziose guardarono, e le ali si alzarono senza rumore.

La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e smorti fulgori, un fiore che mi disse il suo nome.

Io risi al wasserfall biondo che si scarmigliò attraverso gli abeti: sulla cima argentea riconobbi la dea.

Allora alzai ad uno ad uno i veli . Nel viale, agitando le braccia. Per la pianura, dove l’ho denunciata al gallo. Nella grande città, ella fuggiva tra i campanili e le cupole, e correndo come un mendicante sulle banchine di marmo, io la incalzavo.

In cima alla strada, vicino a un bosco di lauro, l’ho avvolta nei suoi veli raccolti, ed ho sentito un poco il suo corpo immenso. L’alba e il fanciullo caddero in fondo al bosco.

Al risveglio era mezzogiorno.

(da Illuminazioni, 1886 - Traduzione di Ivos Margoni)

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Il genio fanciullo e poeta protagonista delle Illuminazioni di Arthur Rimbaud, “immenso e ragionato deragliamento di tutti i sensi”, è in quest’alba d’estate alla ricerca di un connubio con la natura, di un contatto sensuale ed erotico con le cose. L’inseguimento dell’alba per la città e per le campagne, dopo averla riconosciuta nello scroscio di una cascata - Wasserfall è il vocabolo tedesco per cascata - ha in sé il carattere dell’invasato del mito classico. Ma, infine, non può essere svelato il mistero, non può essere rivelato alla conoscenza umana: solo un’intuizione è quel che resta al fanciullo poeta.

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ILLUSTRAZIONE © CHARLES FOULGERAS

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LA FRASE DEL GIORNO
Io so la sera e l’Alba / che si esalta nel cielo come colombe a stormi; / e qualche volta ho visto quel che l’uomo ha sognato.
ARTHUR RIMBAUD, Poesie




Jean Nicolas Arthur Rimbaud (Charleville, 20 ottobre 1854 – Marsiglia, 10 novembre 1891), poeta francese. Con Baudelaire e de Nerval ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna. L'opera di Rimbaud comincia con versi legati per arrivare al verso libero e alla poesia in prosa che diventa lirica e attinge alla libertà dell'immaginario, ai sensi, alla visione irreale.



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