FRANCISCO BRINES
NON FARE COME LUI
Divinizzò Antinoo
e così, aiutato dalla preghiera altrui,
poté trattenerlo nel ricordo,
serbò il suo dolore.
Alla fine, solo un mendico e un uomo.
Sei più pagano tu, e percepisci che la vita
ha un destino segnato: solo oblio,
e se è opera pietosa: Sostituzione.
È il caso che origina l’amore,
e il cammino casuale, e un colpo del caso
puntualmente lo esaurisce. Se così rude
è la vita, così incivile il sentimento,
così ingiusta la pena,
e nessun mutamento è intervenuto nei secoli,
tu non fare come lui,
non pretendere di rendere degna la vita:
una tirannia tanto maldestra
non merita che la tua naturale indifferenza.
(da Aún no, 1971)
.
Quel “lui” preso a paragone di questa poesia dello spagnolo Francisco Brines non è neppure citato. Bisogna conoscere un po’ di storia per estrarne il nome da quella definizione da cruciverba posta all’inizio: fu l’imperatore Adriano a divinizzare Antinoo, il suo giovane amante, morto annegato nel Nilo alla soglia dei vent’anni – un atto riservato solo agli imperatori, che Adriano, distrutto dal dolore (“piange come una donnicciola” scrisse in proposito lo storico suo contemporaneo Elio Sparziano) volle per trasformare il suo ricordo in culto. Dunque Brines vuole differenziarsi da Adriano, vuole considerare la vita come un percorso inevitabile nel quale l’angoscia non deve trovare posto, essendo il caso a tirarne i fili. Il massimo che gli si può opporre, dice il poeta spagnolo, è solo l’indifferenza.
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ANTINOO DI ECOUEN, PARIGI, LOUVRE
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LA FRASE DEL GIORNO
La vita è il prezzo che paghiamo perché il nostro essere possa esistere.
PÄR FABIAN LAGERKVIST, La mia parola è no
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