“L’accordo dell’azzurro rarefatto e quello del verde”: Pierluigi Cappello definisce i colori che sventolano come gonfaloni nel mese di maggio. Lo stesso verde delle colline dell’Ellade, lo stesso azzurro del mare Egeo cantato dal poeta greco Ghiannis Ritsos.
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PIERLUIGI CAPPELLO
NEL MESE DI MAGGIO
Dal mio giardino si vedono così e non si possono spiegare
l’accordo dell’azzurro rarefatto e quello del verde
che sale e si fa spazio in certe mattine di maggio
quando il calore viene sulle braccia scoperte
e tocca il tendine d’azzurro e il tendine di verde
che credevamo spenti, nella nostra testa di oggi,
tanti anni fa. In mattine così, la terra si piega
e si anima in cose inanimate come i sassi
nel brulichìo nascosto dalle foglie, nel nostro
essere muti e felici di non avere un nome.
Forse daremo un nome a questa luce sugli occhi,
alla rondine scolpita dall’aria mentre passa,
all’ombra durata un battito sulle nostre mani;
forse saremo infanzia e chiuderemo il pericolo
nel nome del pericolo e allontaneremo le nostre spalle
dalla città abbagliata e splenderanno amate dal caso
e dal vento le nostre impronte quando qualcuno chiuderà
il cancello dietro a noi, e ci guarderà partire.
(da Mandate a dire all’imperatore, Crocetti, 2010)
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GHIANNIS RITSOS
E LA POESIA
Come salgono bene gli alberi sui colli.
Maggio ha rinverdito tutto quanto. Dietro gli alberi
le casette bianche discutono tra loro
qualcosa di bianco e calmo - arrivi di navi,
arrivi di turisti, di uccelli, di amori. «E io - disse -,
io parto, parto». E la poesia
ha la bocca chiusa con una croce di cera.
(da Il funambolo e la luna, Crocetti, 1984 - Traduzione di Nicola Crocetti)
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FOTOGRAFIA © WALLPAPERWEB
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LA FRASE DEL GIORNO
Ma sempre rifiorisco / con questa pioggia interna, / come i cortili verdi di maggio / e rido perché amo il vento e le nuvole / e il passo degli uccelli canori.
GIOCONDA BELLI
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